L'unione fa la forza? Non è detto. Il sindaco di Brugnato, Claudio Galante, non si fida di fusioni e consorzi. Per far fronte all'emergenza dissesto, con lo stato che aggrava le difficoltà finanziarie, ci sono piccoli comuni che hanno scelto di mettere insieme alcuni servizi o direttamente di mescolarsi. "Ma, a ragion veduta, non è tutto oro quel che luccica", sentenzia Galante, intervistato da Primocanale nel corso del viaggio tra i piccoli comuni alluvionati. "Qui in val di Vara si parlava di unione tra comuni. Brugnato ha collaborato attivamente per farla partire. Ma poi mi si è accesa una luce. Sembrava che i comuni che andavano in questa direzione potessero sforare il patto di stabilità, invece ci sono normative precise che non portano grandi vantaggi".
Piuttosto la fusione. Brugnato e Borghetto insieme, in fondo le separa solo un breve ponte. Ma, complici forse i campanilismi di sponda, i cittadini storcono il naso. "Sì, sarebbe la strada più praticabile - dice Galante - ma ognuno deve rispettare le proprie origini. Si fa presto a dire: mettiamo i servizi insieme. Anche sul personale nascono problemi. I cittadini poi pagano le conseguenze sulla propria pelle, bisma ognuno deve rispettare le proprie originiogna essere più concreti".
E così, con le grandi piogge in arrivo, per racimolare i pochi soldi della manutenzione si alza l'asticella fiscale: "Come la maggior parte dei comuni d'Italia siamo stati costretti ad aumentare le tasse. Per far quadrare i conti abbiamo dovuto fare un leggero ritocco all'Irpef, pur lasciando fuori i redditi bassi".
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