Lo spettro di Vojvodina si aggira tra i muri di Bogliasco e nella mente dei tifosi della Sampdoria. L’uscita dall’Europa League è stata prematura rispetto alle aspettative, ma è la brutalità della sconfitta che ha portato i tifosi blucerchiati a porsi domande pericolose sul futuro della propria squadra del cuore. Lo 0-4 interno (si fa per dire, dato che si giocava a Torino) dell’andata ha, di fatto, spazzato via i sogni di gloria europei. Ancora peggio del risultato in sé è stato il gioco, ammesso e non concesso che se ne sia visto. La Samp brillante e cinica di buona parte della scorsa stagione si è trasformata in una frastornata brutta copia di se stessa.
Il mercato è stato sostanzialmente morbido con due eccezioni di spicco: Fernando e Antonio Cassano. Il primo ha dimagrito notevolmente il fondo-mercato del club, lasciando però intuire che potrebbe essersi trattato di un investimento azzeccato. Di Antonio Cassano si è parlato a lungo. Gli unici elementi indiscutibili del numero 99 sono i piedi, baciati dal Dio del calcio. Forma fisica, carattere ed età possono però avere l’effetto di uno tsunami su un castello di sabbia. Starà anche a Zenga canalizzare l’esuberanza di Cassano contro gli avversari in campo. Già, Zenga. L’allenatore milanese rappresenta la scommessa più grande fatta da Ferrero per la Sampdoria. Dire che sia persa in partenza è disonesto intellettualmente a campionato non ancora iniziato, e questo vale per tutta la squadra, Cassano incluso.
Vero è, d’altro canto, che la prima prova è stata fallita miseramente. La débâcle europea ha fatto fare una pessima figura a un club prestigioso che in Europa ci ha giocato e vinto. La capacità di un grande allenatore, e di un grande leader in generale, sta nel saper compattare la squadra nel momento più difficile e nel scatenare una reazione. Gli elementi con cui lavorare sembrano tuttavia insufficienti. Il centrocampo è stato svuotato: con le partenze di Acquah, Duncan, Obiang e quella imminente di Soriano, l’unico punto fermo sembra essere, appunto, il neo-arrivato Fernando, considerando che il Barreto visto in Coppa è il gemello brutto di quello che faceva impazzire i difensori della Samp con la maglia del Palermo.
Davanti il punto fermo è sempre Martins Eder. Se la dirigenza avrà il buon senso di trattenere il talento brasiliano si potrà mettere in cassaforte una certezza (infortuni permettendo) che potrebbe rilanciare un altro talento, anche più brillante, che è quello ancora inespresso di Muriel. Il tutto in attesa di una prima punta.
Il mercato è ancora piuttosto lungo, ma la Samp è allertata dai risultati, che sono più forti dei fischi di Torino. In attesa di capire cosa sarà della Sampdoria, tra chi sogna Balotelli, chi crede in Cassano e chi crede nella permanenza di Eder, c’è chi sente riecheggiare nelle orecchie la voce di un signore con l’accento serbo e lo sguardo gelido. E prova rimpianto.
*@controcalcio, pseudonimo utilizzato per gli editoriali inseriti nella nuova trasmissione di Primocanale che inizierà il 25 agosto.
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Serie A, la Samp al via tra i fantasmi di Vojvodina e un mercato da rivedere
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