cronaca

Trovato in possesso di tre passaporti
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Oggi la Corte d'appello di Genova decide se convalidare l'arresto di Igor Markov, ex deputato del parlamento ucraino, uno dei leader dell'opposizione filorussa accusato di aver partecipato nel 2007 ai disordini avvenuti nel corso di una manifestazione che si tenne ad Odessa. L'uomo è stato arrestato dalla polizia a Sanremo - dove era arrivato tre giorni fa - in base ad un ordine di cattura internazionale attivato dall'Interpol.

L'attivazione del mandato Interpol risale al 13 maggio scorso. Markov, 42 anni, viene definito di 'media' pericolosità ed è accusato di vandalismo, danneggiamenti, saccheggiamenti e 'hooliganism'. La pena massima che rischia è di sette anni di detenzione. A quanto riferito dalle autorità ucraine i fatti a carico dell'arrestato risalgono al 13 maggio 2007, quando ad Odessa si tenne un meeting di 50 rappresentanti di partiti politici, organizzazioni civili ed associazioni.

Secondo l'accusa Markov, insieme a un gruppo di oppositori, avrebbe organizzato una spedizione contro i manifestanti filogovernativi, utilizzando bastoni e guanti con inserti di metallo. Il bilancio fu di otto feriti. L'uomo, alla polizia che lo ha fermato martedì all'aeroporto Malpensa di Milano, ha mostrato tre passaporti: uno ucraino, uno diplomatico ucraino, che gli era stato rilasciato nel 2009, e uno russo, rilasciato nel maggio di quest'anno. Markov, infatti, era fuggito a Mosca dopo essere stato rilasciato su cauzione, dopo un breve periodo di carcere.

Il tempo trascorso tra il fermo di martedì mattina e l'arresto, si apprende da fonti investigative, è dovuto al fatto che la polizia italiana ha dovuto attendere la conferma da parte dell'Interpol che il mandato d'arresto fosse ancora in corso di validità. Per questo l'oppositore del governo di Kiev è stato costantemente pedinato per 24 ore. Oggi verrà formalizzata l'identificazione dell'arrestato e si dovrà anche stabilire se Markov dovrà restare in carcere in attesa della decisione sull'estradizione chiesta da Kiev.

Per quest'ultima valutazione si dovrà attendere che il governo ucraino invii a Genova le carte processuali in base alle quali ne ha chiesto l'arresto. A quel punto il nodo sarà la prescrizione, visto che la vicenda risale a otto anni fa: sarà applicata quella più favorevole tra quella prevista in Italia e quella prevista in Ucraina e, se il reato risulterà prescritto, Markov verrà rilasciato. L'ambasciatore d'Ucraina in Italia, Yevhen Perelygin, ha riferito che ci sono "seri dubbi che Markov abbia ricevuto il passaporto russo in accordo con la stessa legislazione russa. Markov non ha rinunciato alla cittadinanza ucraina e non ha vissuto in Russia neanche per un anno (requisiti previsti dalla legislazione russa)".

Il diplomatico sottolinea che l'ex deputato "è sospettato di aver commesso un crimine indicato all'articolo 296, comma 4 del codice penale di Ucraina (violenza aggravata dai danni fisici)" e che "le autorità ucraine stanno preparando l'estradizione". Il passaporto diplomatico ucraino di Markov, aggiunge, "è stato annullato quando ha cessato di essere un membro del Parlamento nel 2014. Mi domando cosa avrebbe voluto fare Markov in Italia? Quali politici europei avrebbe dovuto incontrare? Vorrei ricordare che la Russia nasconde alcuni ex-politici ucraini, incluso Markov, dai processi giudiziari e criminali aperti nei loro confronti in Ucraina. "Inoltre - conclude - bisogna dire che tali persone sono spesso coinvolte nell'attività terroristica della Federazione Russa nell'est dell'Ucraina"

UDIENZA DI CONVALIDA DEL FERMO - E' iniziata davanti alla Corte d'appello di Genova l'udienza di convalida dell'arresto di Markov. L'ucraino è arrivato a Genova scortato dalla polizia penitenziaria direttamente dal carcere di Valle Armea. Capelli corti, pantaloni bianchi e t-shirt Markov si è avvalso del supporto di un interprete e viene assistito in aula dal suo legale, l'avvocato Enrico Scopesi. Nell'udienza di oggi, i giudici decideranno se Markov dovrà restare in carcere in attesa dell'esame della richiesta di estradizione formulata dal governo di Kiev.


NO ALL'ESTRADIZIONE - Ha rifiutato l'estradizione Igor Markov, 
Alla domanda di rito posta dal presidente della corte d'appello Francesco Mazza Galanti, se acconsentisse all'estradizione nel suo Paese natale, Markov ha risposto negativamente, dichiarandosi sostanzialmente un perseguitato politico.
 
"Il mio cliente - ha detto l'avvocato Enrico Scopesi - ha spiegato di temere per il suo rientro in Ucraina a causa della sua attività politica". Al termine dell'udienza Markov è stato riaccompagnato nel carcere di Sanremo. Il suo avvocato non ha escluso di presentare nelle prossime settimane un'istanza per chiedere un'attenuazione della misura. Nel caso, verrà fissata una nuova udienza.
 
L'Ucraina intanto ha 40 giorni di tempo per inviare gli atti processuali a caico di Markov. Solo allora la richiesta di estradizione verrà valutata nel merito.

L'ARRESTO -
Dopo la convalida dell'arresto da parte dei giudici genovesi, Markov è stato riportato nel carcere di Sanremo. L'avvocato Enrico Scopesi non ha escluso di presentare nelle prossime settimane un'istanza per chiedere un'attenuazione della misura cautelare. In quel caso caso sarà fissata una nuova udienza per discutere la richiesta. Intanto le autorità ucraine hanno 40 giorni di tempo per inviare a Genova gli atti processuali relativi all'oppositore filo russo, in modo che il procuratore generale possa istruire il procedimento che discuterà nel merito l'estradizione.
 
Per arrivare all'udienza vera e propria potrebbero passare anche diversi mesi. Il limite di custodia cautelare fissato in questi casi è di un anno.