
Come Paolo Borsellino, il giudice assassinato il 19 luglio 1992. Sono parole pesantissime, intercettate pochi mesi fa.
A pronunciarle non è un boss, ma un medico di successo: Matteo Tutino, primario dell'ospedale palermitano Villa Sofia, arrestato nei giorni scorsi.
All'altro capo del telefono c'è il governatore della Sicilia Rosario Crocetta, che ascolta e tace.
Non si indigna, non replica: nessuna reazione di fronte a quel commento macabro nei confronti dell'assessore alla Salute della sua giunta (dimessasi qualche giorno fa), scelto come simbolo di legalità in un settore da sempre culla di interessi mafiosi. Lo rivela un'inchiesta dell'Espresso.
IL COMMENTO
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