La tegola caduta sulla testa della cooperativa mitilicoltori spezzini nelle ultime ore è di quelle che stordiscono. I rilievi effettuati lunedì scorso da Arpal nella zona marina a ponente del Golfo, al di fuori della diga foranea, registrerebbero tra i vivai un’elevata presenza di batteri “escheria coli”, per intenderci riconducibile a una contaminazione di tipo fecale.
I risultati, emersi nella giornata di ieri, hanno portato alla ordinanza di sospensione della raccolta di muscoli proprio in una parte di mare, quella prospiciente Porto Venere, che i vivaisti hanno sempre considerato al riparo da qualunque tipo di contaminazione, per posizione, qualità delle acque e presenza degli allevamenti, anche nelle ultime settimane, quando viceversa si era registrata una morìa di muscoli “dentro” diga, a causa del fango che i mitilicoltori attribuiscono agli effetti del dragaggio all’interno del porto spezzino.
“Siamo molto perplessi – afferma il direttore della cooperativa mitilicoltori spezzini Federico Pinza – sugli esiti delle analisi svolte lunedì scorso. Dopo la vicenda del fango nelle cozze, cui Arpal non ha attribuito la causa della morìa di mitili dell'ultimo mese, questo dietrofront su una porzione di mare che per noi ha sempre rappresentato una zona franca, dove le analisi tra i vivai mai hanno registrato valori fuori norma e dove la qualità delle acque è da sempre cristallina, fa sì che ormai ci sia poca fiducia da parte nostra nel lavoro svolto dall’agenzia regionale per l’ambiente”.
“Non ci fidiamo più, insomma, prova ne sia la presenza dei nostri tecnici, che hanno affiancato Arpal nelle operazioni di controanalisi di questa mattina, il cui esito si avrà nella giornata di lunedì prossimo, con cinque campionamenti nella stessa zona, quella davanti a Porto Venere, uno ad ogni angolo dei vivai ed uno al centro. Crediamo che il responso legato alla presenza di ben 19mila batteri nella zona dei vivai sia da ricondurre a un errore, magari di conservazione delle campionature, date anche le temperature altissime che si sono registrate in questi giorni”.
“Attendiamo con fiducia – sottolinea Pinza – gli esiti dei nuovi rilevamenti, ma nel frattempo ho scritto al neo assessore all’ambiente della Regione Liguria Giacomo Giampedrone per metterlo a parte della problematica, esternandogli tutte le nostre perplessità, chiedendo inoltre un incontro con i rappresentanti della cooperativa e i vertici di Arpal”.
“Il nostro lavoro naturalmente continua – conclude il direttore – con tutte le garanzie necessarie a tutela del consumatore. Il prodotto che continuiamo a vendere in queste ore viene raccolto e monitorato nei vivai lontani da quelli che hanno subito lo stop e quindi al di fuori dell’ordinanza emessa e trasmessa per conoscenza anche alla Capitaneria di Porto e all’istituto zoo profilattico sperimentale ligure. Insomma, i consumatori possono stare tranquilli. I muscoli in vendita sono sani e garantiti”.
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