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I tre leader di Forza Italia a Primocanale
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“Il centrodestra deve essere unito così come facciamo in Liguria e in Lombardia. C’è un progetto ambizioso di un grande partito repubblicano che supera la frammentazione, per presentare una vera e forte alternativa a Renzi. La Liguria può inviare un segnale forte, un avviso di sfratto a Palazzo Chigi. E può rappresentare un punto di partenza per l'unità del centrodestra”. A parlare è l’ex ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, ospite negli studi di Primocanale insieme a Giovanni Toti, candidato palla presidenza della Regione Liguria, e Paolo Romani. Ed è proprio l’ex ministro dello Sviluppo economico a ribadire il concetto: “Il centrodestra ha due strade: o coalizione o un forte partito di centrodestra. Siamo di fronte a legge elettorale che premia la lista, non la coalizione. Berlusconi vuole una semplificazione del centrodestra. Si chiamerà Forza Italia o Partito Repubblicano, deciderà Berlusconi il nome”

Giovanni Toti rimarca invece la distanza che separa la sua candidatura da quella di Raffella Paita. “Le chiacchere stanno a zero. Servono due forze politiche grandi in grado di controbilanciarsi. E' una regione dove si fa carriera solo se si è a sinistra. Le coop tengono il monopolio. Se vuoi questo voti Paita. Abbiamo messo insieme con solidarietà alleati anche diversi che hanno in comune intento di arrivare in futuro a un unione comune”.

La discussione si sposta sul tema immigrazione, che sta infiammando il dibattito pubblico europeo dopo l’ennesima strage di migranti nel Mediterraneo. “Non possiamo permettere un’invasione, ma non possiamo permettere neanche un cimitero nel mare”, afferma Paolo Romani. “Soprattutto bisogna tarare la terapia in base ai problemi: ci sono coloro che fuggono dalla fame e quelli che fuggono dalla guerra. Sono due situazioni differenti. Bisogna affondare le barche e deve succedere chiaramente prima che vengano riempite queste barche. Sono operazioni che si fanno. Sono normali”.

Mariastella Gelmini parla invece delle difficoltà delle regioni ad affrontare il problema dell’accoglienza ai migranti e attacca l’Esecutivo. “Comprendo le difficoltà delle regioni sull’immigrazione. Il governo è incapace di portare dei risultati, quindi comprendo in limiti di accoglienza delle regioni. Renzi fa tante parole e pochi fatti”, dice l’ex ministro dell’Istruzione. “Il semestre europeo è stata un’occasione non sfruttata. Questa emergenza non può gravare solo sull’Italia, l’Europa deve intervenire. Forza italia ha proposto una risoluzione concreta: affondare le barche e poi distribuire quote di profughi all’interno dell’Europa”.

Sulla stessa linea Giovanni Toti, che vede il rischio di un sacrificio eccessivo dei servizi resi ai cittadini italiani per far fronte all’emergenza immigrazione. “Le regioni e i comuni non possono farsi carico degli immigrati, perché Renzi ha tagliato i fondi. Il governo non può tagliare i servizi sociali dei cittadini per favorire gli immigrati”, afferma il candidato di centrodestra alla presidenza della Regione Liguria. “Il tema è europeo come dicono i colleghi. I profughi o devono essere spartiti o non devono arrivare”.

Per quanto riguarda il nodo della sanità, Mariastella Gelmini pone l’accento su quanto fatto in Lombardia. “Consiglio a Toti di applicare il modello lombardo. Bisogna tagliare la spesa pubblica, tagliando ciò che non serve. In Lombardia le spese inutili sono state tagliate”, dice l’ex ministro, che si sofferma anche sulla questione intramoenia ed extramoenia: “Gli operatori sanitari lavorano per il bene della sanità. Al centro deve esserci il paziente al quale bisogna garantire una possibilità di scelta tra pubblico e privato”.

Ed è proprio al modello lombardo che si ispira Giovanni Toti, che punta a limitare le fughe di pazienti verso altre regioni. “26mila liguri vanno a curarsi in Lombardia perché non si fidano della sanità ligure. Faccio solo un esempio: in Liguria gli esami diagnostici sono solo di mattina”, afferma Toti, che spiega: “sono per aprire al privato in generale la Liguria, non solo la sanità. Ad esempio, anche per quello che riguarda il patrimonio artistico. In Liguria bisogna modernizzarsi”. E Romani aggiunge: “Il nostro modello di sanità in Lombardia è semplice ed efficace. C’è una concorrenza tra pubblico e privato che ha generato non solo concorrenza tra pubblico e privato ma anche una concorrenza e una qualità migliore nel pubblico perché si è adeguato al privato. Per un cittadino entrare in un ospedale pubblico o in uno privato è la stessa cosa perché la qualità si è alzata”.

Nell’intervista a Primocanale i tre esponenti di Forza Italia parlano anche della marginalità politica ed economica di cui soffre la Liguria a livello nazionale. Per Paolo Romani il problema è “la vecchia nomenclatura ligure” e ritiene che “l’apertura a destra possa essere una grande occasione per uscire da questa condizione. L’esempio dell’efficienza lombarda in sanità è perfetto”, dice l’ex ministro dello Sviluppo economico. Per Mariastella Gelmini, invece, “l’ incapacità di guardare al futuro ha portato a una marginalizzazione dei cittadini” e chiede che uno scatto in avanti in materia di sicurezza e riduzione delle tasse. Per uscire dalla marginalità Toti punta sul rilancio del porto. “La marginalità ligure è dovuta al mancato sfruttamento del porto. Il porto deve diventare un punto fondamentale per il commercio europeo”, spiega il candidato di centrodestra, che poi attacca la giunta regionale sui ritardi infrastrutturali: “La gronda è stata progettata dall’unica giunta di centrodestra di questa regione, la giunta di centrosinistra l'ha distrutta”.

“Ho casa a Spezia. Vinceremo e mi trasferirò a Genova”, afferma Toti in chiusura. “Valuteremo col partito cosa fare nel caso in cui perdessi. Ma credo che i liguri avranno il piacere di vedermi qua per almeno cinque anni”. E c’è anche il tempo per una rivelazione sui nomi: “Chi ci sarà nel listino? Giacomo Giampedrone, che ha vinto in un comune piccolo che era ‘rosso’ da 30 anni”.