Granate contro una moschea in Francia, un Paese nel terrore da 24 ore. Gli spostamenti dei due presunti autori del massacro di Charlie Hebdo sono sotto gli occhi del mondo. Tutti gli accessi a Parigi sono in questo momento bloccati dopo la segnalazione dell'auto con i presunti terroristi a bordo, diretta verso la capitale. I ricercati erano stati localizzati dalla polizia nei pressi di Villers-Cotterets, città della Picardia 85 chilometri a nordest di Parigi. I due erano su un auto con la targa nascosta sulla strada nazionale RN2, in viaggio in direzione Parigi, e avevano delle armi.
In Francia scoppiano anche i primi 'effetti collaterali' del massacro di Parigi. Lancio di granate contro una moschea di Le Mans, nella regione di Lione, una sarebbe esplosa. Non risultano vittime. E intanto la Francia sotto choc, con bandiere a mezz'asta, ha osservato un minuto di slienzio
Ci sono stati 'diversi arresti' e alcune persone legate ai killer sono in stato di fermo. Secondo fonti giudiziarie citate dai media, i fermati sono 7, tra cui Hamyd Mourad, sospettato di essere l'autista del commando. Teste di cuoio e polizia francese stanno cercando Said e Cherif Kouachi, due fratelli noti alla polizia e ai servizi di intelligence francesi, mentre il più giovane dei tre ricercati "si sarebbe consegnato alla polizia a Charleville-Mezières". Ha 19 anni, e secondo le stesse fonti sarebbe "il meno implicato" nella pianificazione e nell'esecuzione dell'attacco.
Paura a Parigi per una sparatoria avvenuta alla Porte de Chatillon a sud di Parigi risultata poi non collegata alle indagini sulla strage a Cherlie Hebdo. Due poliziotti sono stati feriti gravemente ma l'uomo arrestato, un 52enne di origine africana già arrestato nove volte, non è tra i ricercati per l'assalto a Charlie Hebdo. Tutto sarebbe cominciato da un incidente stradale, a causa del quale alcuni agenti della polizia municipale sono stati chiamati sul posto. Mentre i poliziotti procedevano ai controlli di rito, una Clio bianca si è fermata a poca distanza, un uomo con la testa rasata, vestito di nero e con un giubbotto antiproiettile, ha estratto dal veicolo un mitra ed ha aperto il fuoco contro gli uomini e la donna in divisa. Stando a quanto riferito, l'aggressore si è dato poi alla fuga in direzione banlieue. Un'altra persona coinvolta, a quanto si apprende, sarebbe stata fermata. Gravi le condizioni dei due agenti, un uomo e una donna. Le immagini video trasmesse da tutte le tv mostrano i soccorritori mentre le fanno un massaggio cardiaco sulla strada.
Notte di indagini - Le teste di cuoio francesi dei reparti RAID sono intervenute nel quartiere 'caldo' della Ronde Couture, a Reims, capoluogo della regione Champagne a nord di Parigi e a Charleville-Mezières, non lontano dalla frontiera col Belgio alla ricerca dei presunti killer.
Said e Cherif Kouachi - I ricercati sono due fratelli di 34 e 32 anni di cui uno già condannato in passato per aver fatto parte di una filiera che inviava islamisti in Iraq, che nei mesi scorsi hanno cercato di sfuggire alla sorveglianza spostandosi da Parigi proprio a Reims. Secondo il profilo tracciato dal sito del settimanale Le Point, i due fratelli sono nati a Parigi, e hanno "un profilo di piccolo delinquenti che si sono radicalizzati". Il più giovane, Cherif, era stato arrestato nel 2008 e condannato a 3 anni di prigione, di cui 18 mesi con la condizionale, in quanto componente di una gruppo che inviava combattenti estremisti in Iraq, basata nel 19/o arrondissement di Parigi. Nel quadro di quell'inchiesta, alcuni componenti del gruppo avevano ammesso di aver "fomentato dei progetti di attentato", ma senza metterli in atto. Scontata la pena, Cherif e il fratello, dice ancora Le Point, "avevano fatto di tutto per farsi dimenticare", e si erano "messi a riposo" a Reims
Francia sotto choc - Migliaia di persone hanno manifestato a Parigi con una matita e lo slogan "Je suis Charlie". Il commando ha sparato nei locali di Charlie Hebdo uccidendo 12 persone e ferendone otto. Sono caduti sotto i colpi del commando di terroristi Charb, il direttore, e i popolarissimi disegnatori satirici Wolinski, Cabu e Tignous. Li hanno cercati, uno per uno, in particolare Charb, autore di un'ultima vignetta tragicamente profetica, in cui scherzava su possibili attacchi terroristici imminenti in Francia. I testimoni parlano invece di un periodo di difese stranamente un po' allentate al giornale, da anni nel mirino del fanatismo per le sue provocazioni contro gli estremismi religiosi di ogni tipo.
La dinamica - Tra le 11 e le 11:30 del 7 gennaio almeno due uomini armati entrano nella sede di Charlie Hebdo, al numero 10 di rue Nicolas Appert, nell'XI arrondissement. Subito prima, secondo quanto ha riferito un agente ai media, gli assalitori avevano sbagliato obiettivo entrando al numero 6.
Le dodici vittime dell'attacco alla redazione di Charlie Hebdo sono: Stephane Charbonnier, alias Charb, vignettista e direttore; Georges Wolinski, vignettista; Jean Cabut, alias Cabu, vignettista; Bernard Verlhac, alias Tignous, vignettista; Philippe Honoré, vignettista; Bernard Maris, economista ed editorialista; Elsa Cayat, psicologa e giornalista; Michel Renaud, ex consigliere del sindaco di Clermont Ferrand; Mustapha Ourrad, correttore di bozze; Fréderic Boisseau, addetto alla portineria; Franck Brinsolaro, poliziotto; Ahmed Merabet, il poliziotto freddato in strada. Elsa Cayat, l'unica donna tra le 12 vittime, era psicologa e psicoterapeuta, e teneva una rubrica ogni due settimane sul magazine. Lo scrive il sito del quotidiano Liberation, che le dedica un profilo. La Cayat era anche autrice di diversi libri, incentrati in particolare sulle dinamiche di coppia.
Quello contro Chalie Hebdo è il più grave attentato terroristico nel paese dal 1961. Il settimanale satirico 'Charlie Hebdo', noto per il suo stile ironico e provocatorio e già nel mirino dei terroristi islamici. Due uomini incappucciati hanno fatto irruzione nella sede del giornale ed hanno aperto il fuoco con i mitra, gridando 'Hallah u Akbar' e uccidendo fra gli altri il direttore Charbonnier (Charb) ed e altri tre noti vignettisti Cabu, Georges Wolinski, molto famoso anche in Italia, e il suo collega Tignous. Le vittime sono un addetto alla portineria, otto giornalisti, uno dei poliziotti assegnati alla protezione del direttore Charb e un invitato alla riunione di redazione, che si trovavano all'interno, più un secondo poliziotto accorso appena dopo la sparatoria e colpito sul marciapiede di fronte all'edificio.
I commenti - "Desidero esprimere la mia più ferma condanna nei confronti di un gesto vile ed esecrabile, che non colpisce semplicemente un giornale, ma uno dei pilastri sui quali si basa la nostra civiltà, la libertà di stampa". Così il presidente Giorgio Napolitano in un messaggio al presidente della Repubblica francese, Francois Hollande, nella giornata di lutto nazionale in Francia. Hollande che, giunto sul luogo dell'attentato a Charlie Hebdo, ha parlato di "attentato terroristico: non c'è alcun dubbio. Siamo minacciati, come altri paesi nel mondo, perché siamo un paese di libertà". Per Marine Le Pen "bisogna dire basta all'ipocrisia e chiamare le cose con il loro nome: è una strage perpetrata dall'integralismo islamico". Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha ribadito che "bisogna intervenire con forza contro il Daesh, il cosiddetto Califfato", perché "il terrorismo è diventato uno Stato tra Siria e Iraq". Per il sindaco di Genova Marco Doria "deve essere ferma e deve farsi sentire in tutto il mondo la condanna per questa azione, compiuta da terroristi islamici".
cronaca
Charlie Hebdo, blitz della polizia: killer barricati in una casa vicino a Parigi
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