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Affondo dell'assessore in un incontro a Diano Marina
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Il vincitore delle primarie del centrosinistra in Liguria con buona probabilità sarà anche il prossimo presidente della Regione. Così dicono alcuni sondaggi, ultimo in ordine di tempo quello commissionato da Liguria Civica. Così indica la percezione di addetti ai lavori che, tra centrodestra allo sbando e Movimento 5 Stelle inerte, non trovano (per il momento) alternative. I candidati sono otto e tra questi c'è chi, pensando di avere la vittoria in tasca, comincia a parlare di 'cambiamento'. Nel senso di rimozione e sostituzione in alcuni ruoli, in Regione come nel partito. Come se il vincitore delle primarie dovesse fare da 'asso pigliatutto' inglobando anche la segreteria regionale del Pd.

Le dichiarazioni di Raffaella Paita a Diano Marina il 24 novembre nel salone in un bar di via Cairoli, e fissate in un video realizzato da Sanremonews.it, sono benzina sul fuoco. Lamentandosi davanti alla platea del suo partito e del continuo rinvio delle primarie, l'assessore regionale alla Protezione civile ha sottolineato che nel Pd ligure "l'ultima vicenda a cui si sono appellati è stata l'alluvione: non si usa strumentalmente un argomento così doloroso per beghe interne al partito. Questo è stato un gesto di una gravità inaudita, considerate che la vicenda dell'alluvione nasce dal fatto che i nostri tecnici non hanno capito che era in corso un temporale autorigenerante".

Punto numero uno: l'assessore regionale fa scaricabarile quindi con i tecnici che il 9 ottobre "non hanno capito" la gravità della situazione. E prosegue. "A seguito di quella mancata previsione non è stata data l'allerta: sapere che i miei compagni di partito usano un argomento così serio per combattermi, vuol dire che temono davvero che possa vincere. E fanno bene, perché vi posso garantire che se io avrò davvero il ruolo di Presidente della Regione Liguria, li cambio tutti. Ci metto, al posto di quelli che hanno la responsabilità tra la classe dirigente, persone competenti che prenderò direttamente dal territorio".

Punto numero due: la promessa di un cambiamento radicale mettendo alla porta tutti "i compagni di partito" che non appoggiano la sua candidatura. "Alla faccia della democrazia" diceva Totò in uno dei film più celebri sul voto in Italia. "Alla faccia del cambiamento meritocratico" potrebbe dire Matteo Renzi che proprio della meritocrazia ne fa una bandiera. 

Punto numero tre, Raffaella Paita cita proprio il percorso del premier per dare forza alla sua causa. Per i renziani della prima ora, però, l'assessore ne travisa i contenuti facendoli propri. "Così come Renzi ha fatto a livello nazionale, io vi garantisco che lo farò a livello locale senza alcun timore. Ma se sarò io a essere chiamata, voglio che lo stile del cambiamento venga inserito in questa regione, che non ha tutto quello che merita", ha detto all'audience dianese.

La conclusione arriva seguendo proprio il ragionamento della stessa Paita. Dire che oggi "la Liguria non ha tutto quello che merita" conferma che, in questi ultimi 10 anni di governo monocolore e monogovernatore, qualche errore sia stato fatto. Lo stesso governo in cui l'assessore che si candida al rinnovamento ha albergato comodamente senza incidere sul cambiamento. Che poteva quindi iniziare prima di un declino che, come i dati economici segnalano, condanna la Liguria al ruolo di peggior regione del Centro-Nord.