cronaca

Cancellati anche i risarcimenti per le vittime
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La Procura di Torino ha chiuso formalmente l'inchiesta Eternit bis in cui è indagato l'imprenditore svizzero Schmidheiny al quale è contestato l'omicidio volontario continuato per un totale di 256 vittime. Intanto la Cassazione in una nota chiarisce sulla sentenza di ieri: l'oggetto del processo "era esclusivamente l'esistenza o meno del reato di disastro ambientale' concluso nel 1986 con la chiusura degli stabilimenti e quindi prescritto. La Corte dunque 'non si è occupata' dei 'singoli episodi di morti e patologie sopravvenute'. I giudici d'appello invece avevano motivato la condanna a 18 anni per Schimdheiny perché il disastro era considerato 'ancora in atto'.

Lutto cittadino a Casale Monferrato, nell'Alessandrino, dopo la sentenza Eternit della Cassazione che ha annullato la sentenza di condanna a 18 anni per il magnate svizzero, accusato di disastro doloso relativo alla morte di oltre duemila persone per inquinamento da amianto, dichiarando il reato prescritto. Lo ha proclamato il sindaco, Titti Palazzetti, in piazza con i suoi concittadini per protestare contro l'annullamento per prescrizione della condanna del magnate svizzero Stefan Schmidheiny.

LA REAZIONE DI RENZI - Una vicenda come Eternit "non è un reato o se è un reato ma prescritto, vuol dire che bisogna cambiare le regole del gioco sulla prescrizione" perché "non ci deve essere l'incubo della prescrizione". Così il commento de premier Matteo Renzi. "Le domande di giustizia non vengono meno" nel tempo. "Da cittadino mi colpiscono le interviste ai familiari e mi fanno venire anche un po' di brividi. Perché mostrano un'abilità straordinaria perché credono nella giustizia più di quanto ci creda talvolta un servitore dello Stato e continuano a combattere non perché le morti siano consolate - sono inconsolabili - ma per l'idea di attaccarsi fortemente alla giustizia come etica di un Paese. E' un dolore e una bellezza senza fine", aggiunge Renzi.

DDL PRESCRIZIONE -
Il senatore di FI, Francesco Nitto Palma, nell'ambito del dibattito su Eternit, aveva accennato alla necessità che un'intesa tra i presidenti Grasso e Boldrini decidesse se i ddl in tema di prescrizione, inclusi nel pacchetto della riforma della giustizia varato dal governo, partiranno dalla Camera o dal Senato. E, premettendo che "alcuni ddl in tema di prescrizione sono in corso di istruttoria davanti alla commissione giustizia della Camera", Palma aveva sottolineato: "Credo che il provvedimento di intesa si concluderà nel senso che i ddl vengano trattati prima dalla Camera e poi dal Senato".

LA REAZIONE DELL'ANM - "I magistrati hanno sollevato da anni il problema della prescrizione". Lo ricorda il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli "alla luce del dibattito pubblico che si e' sviluppato sulla vicenda Eternit e che ha visto anche l'intervento del Presidente del Consiglio".

FAMILIARI DELLE VITTIME -  Sentenza inaspettata e demenziale "di fronte a una storia così che vede ancora oggi persone che muoiono a ritmo di 50-60 l'anno". Lo ha affermato il responsabile legale dell'Associazione familiari vittime dell'amianto, Paolo Liedholm. "Dire che tutto questo è prescritto, quando in realtà sappiamo che l'apice non è ancora arrivato e sarà solo tra 15 anni, è una cosa paradossale - aggiunge - assurda e che ci fa fare davvero una brutta figura agli occhi del mondo". "Ma ricominceremo sin da subito a lottare" assicura Liedholm.

"Per altro so che la Procura di Torino sta già pensando a un Eternit bis; e, se il motivo di questa sentenza è la prescrizione, allora si farà un altro processo in cui questa volta verranno contestati gli omicidi". "Almeno per quelli, si spera" conclude il responsabile legale "non ci sarà un discorso di prescrizione perché naturalmente si consumano nel momento in cui si verifica la morte, e a quel punto vedremo se finalmente in questo Paese si può avere un minimo di giustizia".

ALTRE TRE INCHIESTE - Sono tre le inchieste ancora aperte a Torino per il caso Eternit. Nella prima, per quale è stato notificato il rituale avviso di chiusura indagini, l'imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny è indagato per omicidio volontario in relazione alla morte per mesotelioma di 213 persone. Il secondo procedimento si riferisce agli italiani deceduti dopo aver lavorato negli stabilimenti Eternit in Svizzera e Brasile. Il terzo fascicolo riguarda l'amiantifera di Balangero, nel Torinese, la più grande cava d'amianto d'Europa: uno studio epidemiologico ha messo in evidenza 214 casi di morte e qui Schmidheiny è indagato perché la struttura entrò per qualche tempo nella galassia Eternit.