cronaca

Di Lecce: "Dalle indagini è emerso un sistema corruttivo"
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Sesso in cambio di appalti. E’ con questa accusa che stamattina all’alba è stato arrestato Corrado Grondona, 56 anni, responsabile legale Affari Generali di Amiu, attualmente sospeso dall'incarico, che avrebbe accettato di incontrare escort favorendo alcune aziende in cambio della concessione di contratti di favore.

Sono sette in totale le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Genova su richiesta della Procura, nell’ambito di un’indagine denominata “Albatros” che nel dicembre dello scorso anno aveva visto concretizzarsi una prima fase con una serie di perquisizioni all’interno di strutture operative della società municipalizzata che gestisce l’intero settore della raccolta rifiuti urbani per il Comune di Genova e di altre aziende collegate e operanti nello stesso settore. Le misure restrittive, oltre a Grondona, riguardano alcuni imprenditori: Gino Mamone, 53 anni, ex titolare della ditta “Eco-Ge srl”, il fratello Vincenzo, 55 anni, il nipote Luigi, titolare della ditta “Impre.Ares srl”, Claudio Deiana, 56enne, titolare della ditta “Rgd”; Stefano Raschella, 55 anni, della ditta “Edildue” e il figlio Daniele, contitolare della stessa ditta. Sospesi dall’esercizio del pubblico ufficio altri tre dirigenti Amiu.

I reati contestati a vario titolo sono di “associazione per delinquere, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, omessa denuncia da parte di un incaricato di un pubblico servizio, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e abuso d’ufficio”. Le investigazioni dei carabinieri del Noe, coordinate dalla Procura, hanno fatto emergere episodi di corruzione da parte degli imprenditori arrestati in favore di alcuni dirigenti Amiu, in cambio di favori e concessioni di appalti e lavori. I benefit riguardavano beni e altre utilità come serate in locali di lusso e offerta di “squillo di alto bordo”.
Tra l’altro sembra che persino gli appalti per lo smaltimento rifiuti dopo le alluvioni che hanno flagellato Genova negli ultimi anni entrassero in questo giro di scambi appalti-sesso.

"SISTEMA CORRUTTIVO" - "Dalle indagini è emerso un sistema corruttivo che riguardava una molteplicità di incarichi affidati attraverso gare non regolari o attraverso provvedimenti tipo quelli di somma urgenza per emergenze alluvionali o di neve". Lo ha detto il procuratore capo Michele Di Lecce in riferimento alle sette ordinanze di custodia cautelare in carcere firmate dal gip Roberta Bossi, tra cui quella destinata a Corrado Grondona, responsabile dell'ufficio legale e contratti di Amiu.

"Secondo quanto riportato nell'ordinanza - ha aggiunto il procuratore - ha trovato conferma che il dirigente dell'Amiu Grondona era il nodo centrale di questo sistema corruttivo che prevedeva un numero ristretto di aziende che eseguivano lavori o attività per conto di Amiu". "Risulta che i Mamone - ha spiegato - erano quelli che mantenevano i rapporti tra le aziende e il dirigente di Amiu".

ALLUVIONI - Le mani della famiglia Mamone, in particolare Gino, Vincenzo e Luigi Mamone, si erano allungate anche sugli eventi alluvionali del 2010 e del 2011. E' quanto emerge nelle pagine dell'ordinanza del gip Roberta Bossi che ha emesso 7 ordinanze di custodia cautelare in carcere per il dirigente Amiu Corrado Grondona e sei imprenditori.

''Grondona - scrive il gip nell'ordinanza - affidava direttamente a Ecoge (società di cui Gino Mamone era socio di maggioranza) prestazioni di servizi correlate a eventi alluvionali, per l'importo complessivo di 585mila euro, senza compiere gli adempimenti previsti dalla legge''. ''Grondona - prosegue il magistrato - affidava alla Edildue (di Stefano Raschella' uno degli imprenditori arrestati ndr) lavori correlati all'emergenza alluvionale del 4 ottobre 2010 per l'importo complessivo di oltre 271 mila euro nonché all'emergenza alluvionale del 4 novembre 2011 per l'importo complessivo di oltre 186 mila euro senza gli adempimenti di legge''.

"MAMONE SOGGETTO SPREGIUDICATO" - ''Il pubblico ministero - scrive il gip Roberta Bossi nell'ordinanza di custodia cautelare - evidenzia la pericolosità dei principali indagati, per Gino Mamone desumibile dalla 'spregiudicatezza' mostrata nel rapportarsi a Grondona che avvolge nelle sue trame. La condotta complessivamente considerata è pertanto un segno di 'spessore criminale', confermata anche da recenti attività monitorate e accertate dalla polizia giudiziaria dirette all'esportazione di ingenti capitali all'estero, conseguiti verosimilmente in modo illecito''.

“GRONDONA A LIBRO PAGA” - Per quanto riguarda Grondona, il funzionario viene definito dal magistrato come ''a libro paga''. ''I recenti provvedimenti in ambito aziendale, adottati a seguito dell'iniziativa di Grondona di auto sospendersi, non appaiono adeguati a contrastare seriamente la probabilità di commissione di nuovi reati, alla luce della pervicace reiterazione delle condotte e della loro gravità. Grondona continua comunque a svolgere compiti di gestione/coordinamento dei servizi di competenza, con la conseguenza che, proprio in virtù del ruolo di coordinatore, è ancora in grado di interferire e di ingerirsi nelle procedure di selezione e scelta dei contraenti privati''.

"SITUAZIONE DI ASSERVIMENTO" - ''I rapporti tra Grondona e gli imprenditori Mamone e Deiana – si legge nell’ordinanza - appaiono di tale natura da configurare una situazione di asservimento della pubblica funzione esercitata in seno all'Amiu dal funzionario agli interessi degli imprenditori.

“DIPENDENTE DAL SESSO” - Appare evidente la natura corruttiva – continua il gip - degli incontri così procurati al Grondona, che in più occasioni viene descritto dai coindagati come soggetto dipendente dal sesso in forma compulsiva; caratteristica questa che viene sfruttata dai Mamone che lo vedono e lo percepiscono come ancor più facilmente manovrabile, al fine di assicurarsene il costante interessamento in favore loro o di altri imprenditori nelle scelte dell'Amiu in ordine agli affidamenti dei lavori, che vengono gestiti dallo stesso pubblico ufficiale''.

SCARPINO
Nel mirino degli investigatori sono finiti anche i lavori di manutenzione della discarica di Scarpino che, secondo l'accusa sarebbero stati pagati due volte.

"Corrado Grondona - scrive il gip Roberta Bossi - nella qualità di responsabile del procedimento, e in concorso con Roberto Ademio (responsabile dell'ufficio gare) assegnava l'1 giugno 2012 alla Edildue Srl (società di cui erano azionisti i legali rappresentanti Stefano e Daniele Raschellà) l'appalto relativo alla manutenzione ordinaria di opere edili e impiantistiche di pertinenza della discarica di Scarpino per l'importo a base d'asta di oltre 675 mila euro, a seguito di gara a procedura aperta con bando pubblico vinta dalla Edildue Srl con il ribasso anomalo del 58,581%, omettendo di eseguire un controllo effettivo sulla congruità del ribasso offerto".

E ancora: "Grondona - si legge nell'ordinanza - ometteva di segnalare all'autorità competente la falsa autocertificazione circa l'assenza di precedenti penali presentata da Stefano Raschella' nell'ambito della suddetta gara. Infine, per consentire a Edildue di recuperare parte dell'anomalo ribasso sopra indicato, Grondona e Ademio, in concorso con Carlo Sacco (altro dirigente Amiu, responsabile della discarica di Scarpino), il 10 luglio 2013 procedevano alla stipulazione a trattativa diretta con la Edildue di un contratto di noleggio a caldo di un escavatore, di un autocarro 4 assi e di una pala gommata, per l'importo complessivo di oltre 149 mila euro, nonostante non si trattasse di lavori complementari resisi necessari a seguito di circostanza impreviste, bensì di lavori già ricompresi nell'oggetto del contratto principale. E nonostante i mezzi oggetto del noleggio a caldo fossero già utilizzati per l'esecuzione dell'appalto principale".