
Bonifai parla anche della situazione odierna che riguarda il tunnel. “Più di dieci anni fa è stato spedito a Roma un progetto preliminare del tunnel. Nel frattempo sono cambiate le situazioni al contorno: è completamente cambiato il nodo di San Benigno a Ponente e stanno cambiando le esigenze a levante nelle aree della Fiera. Il nuovo progetto di Piano cambia ulteriormente. Ci è stato richiesto dal Ministero di tenere conto di queste modifiche nella nostra progettazione perché soltanto un coordinamento tra questo progetto e la situazione effettiva attuale potrà poi consentire a un investitore privato di realizzare il tunnel subportuale”.
E parlando di finanziamenti, Bonifai sottolinea che “il tunnel subportuale non può certo essere realizzato a spese dello Stato o, ancora meno, delle istituzioni locali. Deve essere realizzato da un investitore privato con quella che si chiama ‘finanza di progetto’ . L’investitore privato ha necessità di certezza sulla situazione urbanistica di contorno che trova. Prima si riescono a fermare i punti alla progettazione intorno al tunnel, prima si definisce la progettazione e fare la gara che individui un soggetto privato per realizzarla”.
Bonifai ribadisce l’importanza del confronto per trovare le soluzioni tecniche ideali. Tuttavia, pone un ulleteriore problema. “C’era stato richiesto nel progetto di dieci anni fa di realizzare una viabilità che arrivasse alla Fiera, oltre al tunnel. In particolare, di realizzare una viabilità pensata per le Riparazioni navali, che hanno bisogno di spostare pezzi di grandi dimensioni. Il problema è quindi di come il tunnel riuscirà a collegarsi alla viabilità ordinaria, da una parte, e come si riuscirà a fare arrivare gli strumenti necessari per le lavorazioni delle Riparazioni navali, dall’altra. Sono problemi che vanno affrontati tecnicamente – dice Bonifai - e i tecnici che hanno lavorato al tunnel sono in grado di confrontarsi non solo su un disegno ma anche sulle modalità pratiche per attuarlo”.
Il presidente di Tunnel di Genova spa chiude in maniera categorica su modalità e tempi. “Dovranno esserci necessariamente dei momenti di confronto per poter affrontare questi aspetti. Diversamente è inutile spendere i soldi che la società ancora ha per completare il progetto preliminare. Sono convinto che sia necessario imprimere un’accelerazione. I progetti non sono come il vino: invecchiando peggiorano, non migliorano”.
IL COMMENTO
Due ore in tv per Colombo, ma Genova non può fare di più?
AI Act e le Linee Guida UE: cosa cambia per le imprese e i cittadini?