politica

Viale (LN): "Non si capisce più chi sta con chi”
3 minuti e 39 secondi di lettura
Quello che si decide a Roma non sempre politicamente trova riscontro sul territorio. Paolo Romani, capogruppo dei senatori di Forza Italia, al termine dell’Ufficio di presidenza del partito ha chiuso le porte al movimento di Angelino Alfano per le prossime regionali: “Preferiamo una coalizione tra forze che sono all'opposizione". Alle regionali “cercheremo un allineamento con Fdi e Lega”, conferma Romani escludendo quindi dalle alleanze il Nuovo Centrodestra perché si tratta di “un partito che attiva una politica del doppio forno” con il quale “non possiamo andare d’accordo”. In Liguria invece i due partiti vanno a braccetto e sconfessano la sua linea.

Romani viene subito smentito dalle dichiarazioni dei coordinatori sul territorio. Sandro Biasotti, organizzatore regionale di Forza Italia, nonostante abbia preso parte allo stesso Ufficio di presidenza del senatore, contraddice le sue affermazioni e va oltre. “Per le elezioni regionali auspichiamo un coinvolgimento di tutte le forze. Vogliamo una coalizione ampia che possa avere chance di vittoria”, ha dichiarato a Primocanale.it. Di strade separate con NCD quindi nemmeno l'ombra.

Sgombra ogni dubbio anche Eugenio Misasso, coordinatore regionale Ncd che a Primocanale afferma: "Nessuna politica del doppio forno, non faremo la stampella di nessuno e meno che mai del centrosinistra. Posso rassicurare Romani che ciò che lui dice è la condizione che nell'ultima direzione nazionale ha posto Alfano quando ha detto "andiamo dappertutto assieme o non andiamo da nessuna parte assieme". L'idea e la volontà di Romani è insomma la stessa del Ncd: non devono essere elezioni regionali dove ci si allea a macchia di leopardo ma elezioni che ci devono vedere insieme su tutto il territorio nazionale. Quello che intendiamo fare è costruire un percorso per ritornare tutti insieme".

I dubbi su come sarà composta la nuova cooalizione di centrodestra riguardano, per Minasso, piuttosto la presenza della Lega Nord: "Con Fratelli d'Italia non c'è nessun problema. I problemi dal momento che facciamo parte del Ppe, come d'altronde Forza Italia che presumo abbia gli stessi dubbi, riguardano la posizione che in Europa ha assunto la Lega Nord di Salvini, non tanto quella di Maroni, troppo vicina alle idee oltranziste di Le Pen"

In Liguria, comunque, il partito di Alfano parla lingue diverse. Per il consigliere regionale Ncd Alessio Saso "le parole di Romani sono dettate da due ragioni. La prima è che la Lega potrebbe aver posto un veto del tipo ‘o noi o loro’; la seconda è che Forza Italia pensa che Ncd abbia numeri modesti dal punto di vista elettorale e voglia tagliarci fuori. Il mio forzare verso il centrosinistra in questi mesi era proprio dovuto al fatto che ritengo difficile ritrovare un equilibrio con le altre forze del centrodestra. Nel momento in cui Forza Italia si stacca dall’idea di una lista comune, noi dovremmo andare da soli e in Liguria significherebbe non eleggere nessuno. Non voglio fare il sapientone, ma sono sei mesi che dico che sarebbe andata a finire così”. Il romano Saso chiude con una citazione di ispirazione dalemiana. “La politica si alimenta di carne e di sangue”.

Sonia Viale, segretario regionale della Lega Nord Liguria, ha appreso della polemica leggendo Primocanale.it. E ha affidato a un comunicato parole dure nei confronti di Biasotti e Minasso. "Mi pare che i pensieri siano confusi. Biasotti, che in Parlamento con Forza Italia sta all’opposizione, sostiene un’alleanza in Liguria con il Nuovo Centrodestra che a Roma siede nel governo di Renzi. Biasotti e Minasso se la prendono con Romani che dice di cercare “allineamenti con Lega e Fratelli d’Italia”. È evidente che non si capisca più “chi sta con chi”.

Lapidario il commento anche di Simone Tonello, segretario regionale di Fratelli d'Italia, che chiude a Ncd e mostra come gli equilibri all'interno del centrodestra siano ancora tutti da trovare. "Ad oggi troviamo difficoltoso dialogare in Liguria con la stessa Forza Italia che sembra più alla ricerca di accordi (per lo più al ribasso) con il PD stesso che a contribuire ad un programma serio, chiaro e vincente. Un esempio recente si è avuto alle ultime elezioni per il consiglio della città metropolitana.