cronaca

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I 180 morti di mesotelioma nel 2010 hanno fatto scattare le indagini della Procura di Genova che ha aperto ieri un fascicolo dopo l'esposto dei sindacati (Cgil, Cisl e Uil) su Ilva e Ansaldo. E' il procuratore Michele di Lecce ad avviare l'indagine a carico di ignoti sui decessi per l'amianto avvenute nelle acciaierie e nelle officine di Ansaldo Energia.

Due le ipotesi di reato: omicidio e lesioni colposi in seguito agli esposti presentati da 350 persone che si sono ammalate per l'annidarsi di polveri di amianto nei polmoni durante il lavoro a Genova. In particolare l'esposto presentato dai sindacalisti si basa su dati statistici presi dal Registro nazionale dei mesoteliomi istituito all'Ist, al San Martino di Genova e che riferiscono di 1845 casiu dal 1994 al 2010 e 180 nuovi casu ogni anno dal 2010 a oggi. E dal 1994 al 2010 sono 111 i casi rilevati all'Ilva-Italsider e 134 ad Ansaldo. Ma il dato del Registro non può tuttavia essere assunto come fonte di prova dalla Procura che si concentreranno sui singoli casi di decesso o malattia.

Mentre i sindacati chiedono che sia identificato chi non ha fatto nulla nonostante la situazione di pericolo. Testomini raccontano, attraverso l'esposto presentato per la Fiom Cgil dall'avvocato Giancarlo Bonifai che "all'Ansaldo di Sampierdarena i gatti che si sedevano sopra i materassini di amianto prima dimagrivano, poi perdevano il pelo e infine venivano trovati morti nelle officine". Il procuratore Di Lecce ha già incaricato ispettori Asl, finanza e polizia giudiziaria di acquisire documenti e interrogare persone che possano fornire i nomi di eventuali responsabili.