Una produzione giovane per un grande classico. Il Festival di Borgio Verezzi si è inaugurato ieri con la prima nazionale di "Cyrano di Bergerac" .
Il testo di Edmond Rostand proposto nella traduzione di Mario Giobbe, è stato messo in scena dalla Compagnia Gank in una coproduzione con il Teatro degli Incamminati di Brescia e con il Festival stesso. Uno spettacolo ben costruito sull'impianto scenico funzionale di Guido Fiorato e ben cadenzato sulle musiche variegate, dal sapore barocco, di Andrea Nicolini. I registi Matteo Alfonso e Carlo Sciaccaluga (entrambi anche in scena come attori) hanno lavorato intelligentemente sul testo in versi evidenziando la modernità del messaggio, senza tradirne la classicità. Una lettura attenta a sottolineare il carattere libero, controcorrente di Cyrano, ma scrupolosa anche nella costruzione degli altri personaggi, in una azione fluida e scorrevole, ben calibrata fra drammaticità e ironia, calata in un tempo astratto fra il Seicento ed oggi. Inappuntabile la prova dell'intera compagnia, a iniziare da Antonio Zavatteri che nel restituire la multiforme personalità di Cyrano, avventuriero e poeta, sognatore e fustigatore dei costumi, offre una delle sue migliori interpretazioni d'attore. Molto brava anche Silvia Biancalana, nella parte di Rossana, E bene, oltre ai due registi-attori, gli altri, da Vincenzo Giordano (Cristiano) a Alberto Giusta (Ligniere), da Filippo Dini (conte De Guiche) a Sarah Pesca (Montfleury). Applausi calorosi alla fine, repliche questa sera e domani. Intanto, ieri pomeriggio si era riunita la Giuria del "Premio Veretium" composta dai critici Giulio Baffi, Claudia Cannella, Enrico Groppali, Pierantonio Zannoni e Silvana Zanovello, destinato all'attore o all'attrice che nel corso della passata stagione si sia particolarmente distinto per impegno di testo e capacità di interpretazione: a vincerlo è stato Giuseppe Pambieri.
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Teatro, classicità e modernità in Cyrano della compagnia Gank
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