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“Favorire un processo che porti il risparmio delle famiglie italiane, che è ancora consistente, direttamente verso le imprese, facendolo diventare capitale di rischio senza la mediazione delle banche”.

Lo ha affermato il viceministro dell’Economia Enrico Morando chiudendo il convegno organizzato da Banca Carige sul tema: “Accesso al credito e sviluppo dell’economia, un dialogo fra banca e impresa”. Morando ha aggiunto che “il governo comincerà a favorire questo tipo di processo attraverso politiche fiscali che agevolino questo circolo virtuoso. Però – ha aggiunto – è necessario che le imprese facciano di più per quanto riguarda la trasparenza dei loro bilanci, perché oggi troppe situazioni spingono i cittadini a scegliere i titoli di Stato piuttosto che a dare fiducia alle aziende. A volte alle stesse banche”.

Secondo Morando uno strumento destinato a facilitare il passaggio diretto risparmio-imprese “può essere sicuramente quello dei mini-bond, in qualche realtà già attivati”. Morando, inoltre, rispondendo a una domanda arrivata dal pubblico in sala, principalmente fatto di imprenditori e rappresentanti delle categorie economiche, ha assicurato che “entro il 2014 saranno effettuati i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione verso le aziende, grazie al lavoro svolto, bisogna dirlo con onestà intellettuale, prima e principalmente dal governo Monti e poi dal governo di Enrico Letta”.


Sempre sul tema dell’accesso al credito da parte delle imprese, il presidente di Confindustria Genova, che è anche consigliere d’amministrazione di Banca Carige, ha rilevato come “è improbabile che nei prossimi mesi gli istirtuti di credito possano significativamente modificare l’attuale scenario. Proprio per questa ragione – ha aggiunto – in Confindustria stiamo ragionando come creare filiere settoriali, che abbiano un’azienda più grande a fare da capofila e sotto quelle piccole aziende che sono il tessuto connettivo del nostro sistema. Lo schema che vogliamo tentare di realizzare è quello di dare come garanzia del credito non più cespiti immobiliari o titoli di altro genere, come accaduto finora, ma le commesse. Un’ottica nella quale, si può dare inoltre, molto impulso all’occupazione, che resta la prima emergenza da affrontare”.


Cesare Castelbarco, presidente di Banca Carige, ha infine osservato che “se da una parte esistono delle difficoltà da parte degli istituti di credito a concedere denaro, è anche vero che le richieste da parte delle aziende non sono così numerose. L’impegno di tutti, in questa fase, dev’essere quello di fare incontrare di più e meglio domanda e offerta, secondo la logica fondamentale di premiare i progetti sostenibili a prescindere da chi li presenta”.

Un evidente riferimento, quello di Castelbarco, al cambio di passo di Carige rispetto ai così detti “crediti facili” in passato riconosciuti agli amici degli amici dalla scellerata gestione di Giovanni Berneschi, arrestato e travolto dallo scandalo della truffa alla stessa banca che dirigeva. “Non v’è dubbio – ha concluso Castelbarco – che una banca come Carige debba poi compiere lo sforzo di essere presente sul territorio e di conoscere bene i propri clienti, le imprese in particolare, proprio per selezionare al meglio coloro che devono avere accesso al credito in forza dei loro progetti e della loro affidabilità”.