cronaca

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Per la prima volta dall'avvio delle indagini parla la moglie di Claudio Scajola: Maria Teresa Verda ha detto"Claudio Scajola è un galantuomo, con una grande testa e un grande cuore".

Claudio Scajola era stato individuato da Amedeo Matacena come "l'interlocutore politico destinato ad operare su sua indicazione" nei confronti della 'ndrangheta.


E' l'ipotesi della Dda di Reggio Calabria, ma non condivisa dal gip Tarzia che ha rigettato la richiesta aggravante per l'ex ministro dell'avere favorito la 'ndrangheta.

Lo stesso Gip, nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’ex ministro e di altre sette persone sostiene che “esisteva un gruppo di 'amici', tra i quali anche l'ex ministro Claudio Scajola, che lavorava per fare in modo che Amedeo Matacena non fosse sottoposto all'esecuzione della condanna comminatagli. Le conversazioni registrate tra la moglie di Matacena, Chiara Rizzo, e l'ex parlamentare, Claudio Scajola, consentivano di "apprezzare - afferma il giudice - l'esistenza tra i due di ottimi e consolidati rapporti personali e di sicure cointeressenze economiche".

Ci sono poi gli artifizi per sfuggire alle intercettazioni: come quello che, nelle conversazioni tra Claudio Scajola e Chiara Rizzo portava a indicare spesso il figlio di Matacena, ma in realtà ci si riferiva all'imprenditore latitante. E poi l’utilizzo di nuovi strimenti di comunicazione, come Viber e Skype, non intercettati.

Scajola, gli arrestati e Vincenzo Speziali, quali componenti di "un'associazione per delinquere segreta collegata alla 'ndrangheta", hanno posto in essere o comunque agevolato "condotte dirette ad interferire su funzioni sovrane quali la potestà di concedere l'estradizione", da Stati esteri. Lo scrivono i pm della Dda di Reggio Calabria.

Intanto, da Reggio Calabria, si apprende che non arriveranno non prima di martedì o mercoledì prossimo atti, documenti, pc e materiale informatico sequestrato dalla Dia nel corso delle perquisizioni fatte nell'ambito dell'inchiesta. Tra le carte vi è anche una lettera che, secondo gli investigatori, potrebbe costituire un elemento "decisivo" per confermare le accuse a Scajola. Si tratta di una lettera scritta al computer in francese con una sigla che secondo gli investigatori potrebbe essere quella dell'ex presidente libanese Amin Gemayel indirizzata al "mio caro Claudio". Nella lettera si legge che "la persona potrà beneficiare in maniera riservata della stessa posizione di cui gode attualmente a Dubai" e "avrà un documento di identità". Nella lettera si dice anche che "troveremo un modo per per fare uscire la persona dagli Emirati Arabi e farlo arrivare in Libano". Un riferimento chiaro, per l'accusa, ad Amedeo Matacena, che si trova attualmente a Dubai.

E Amedeo Matacena, oggi, ha parlato in un’intervista a Sky: “E’ da quando sono andato via che penso sempre se tornare o meno-ha detto- Questo è stato il motivo del litigio, della separazione e del divorzio da mia moglie. Lei voleva che non andassi via. Io ero convinto che fosse utile aspettare da libero quanto meno le decisioni della Cassazione sul ricorso straordinario che ho fatto e della Corte europea dei diritti dell'uomo". Poi gli aspetti politici: "Sono sempre stati un problema politico questa situazione e questa realtà, purtroppo. Non si è capito che mentre al nord hanno usato gli attacchi contro Berlusconi nel sentiero ben tracciato dall'esperienza di tangentopoli e dintorni, al sud hanno usato il concorso esterno per colpire Forza Italia, che aveva una forza notevole". E ancora: "La scorta di Scajola a mia moglie? A me non risulta. Comunque ritengo che se una persona è soggetta ad essere scortato e la scorta viene assegnata attraverso le vie ufficiali, se questa persona decide di fare una gentilezza e di accompagnare una persona in un posto andandoci insieme è una cosa che mi sembra normale". Quando mia moglie tornerà in Italia purtroppo penso che la tratterranno in carcere. Spero fino a quando non la sentiranno e che poi le concedano gli arresti domiciliari perché è una donna con un minore, oppure che le diano la libertà".

Secondo quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare, inoltre, Claudio Scajola avrebbe atteso la candidatura al Parlamento europeo e la probabile elezione per poter dare, col proprio stipendio, 15.500 euro a Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena, per l’anticipo di una nuova casa in affitto a Montecarlo.

Ma fa parlare anche la vicenda della scorta: a: Il questore di Imperia Pasquale
Zazzaro ha dato "formale incarico al vicario di eseguire un' ispezione per verificare se vi sia stato un uso non corretto della scorta e la regolarità delle procedure amministrative" da parte dell'ex ministro Scajola.