
"Con 38 esuberi il Carlo Felice non è più in grado di produrre, questo deve essere chiaro a tutti. Tutti devono sapere che i lavoratori del teatro dell'opera escono da due anni di contratti di solidarietà e hanno contribuito con 8 milioni e mezzo di euro al risanamento del bilancio del teatro diventando i principali azionisti. Non possono pagare loro le inefficienze delle sovrintendenze e delle giunte che si sono succedute. Ci preoccupa un piano industriale che non si propone nessuna riorganizzazione seria ma scarica ancora una volta sui lavoratori le incapacità mangeriali che mancano in chi sta gestendo questa crisi." Conclude Pastorino: "Chiederemo a Doria una sospensione dell'attuazione del piano industriale e una reale riapertura delle trattative, noi siamo sempre stati disponibili".
IL COMMENTO
Le sfide delle adolescenti di oggi tra social, scuola e bisogno di ascolto
Amt, a Tursi il teatro della crisi: tutti sul palco (tranne uno) e una città che aspetta la verità