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Renzi non sarà in grado di cambiare l’Italia e la situazione economica è destinata a peggiorare.

Emerge ancora un forte pessimismo legato alla situazione politica ed economica dal nuovo sondaggio realizzato da Ixè e commissionato da Liguria Civica. In vista delle elezioni europee, Ixé ha chiesto a un campione di 800 intervistati anche se ritengono che l’Italia debba rimanere in Europa e nella moneta unica.

La risposta è nettamente affermativa: quelli che chiedono di tornare alla Lira si fermano al 26%. A chiedere l’uscita dall’Unione Europea sono appena il 14%. In merito alla complicata situazione economica gli italiani considerano che la causa sia il debito pubblico (39%) più che la politica europea (18%), ma prevale l’idea che entrambe le voci siano elementi che abbiamo provocato le difficoltà nel paese (43%).

Il sondaggio è visionabile sul sito liguriacivica.it

Dati più allarmanti sulla percezione della crisi: rispetto all’anno scorso la situazione attuale viene considerata peggiorata dal 73% degli intervistati. Rimasta uguale per il 23%. Migliorata soltanto dal 4%. Le previsioni sono ancora negative: per il 47% l’economia ligure è destinata a peggiorare. Per il 32% rimarrà uguale, per il 21% migliorerà.

Il sondaggio di Ixé ha posto anche quesiti legati alla situazione politica: gli intervistati sembrano poco interessati alle posizioni pro o contro l’Europa, in vista delle europee della prossima primavera. Il 36% degli intervistati non prenderà in considerazione questo aspetto nella scelta del partito da votare. Il 33% dice che non peserà particolarmente sulle sue decisioni. E’ un argomento di cui tenere conto per il 16% degli intervistati, mentre solo 3% dice di scegliere per chi votare in base alla posizione sull’Europa.

Nonostante il pessimismo dilagante, il 63% sostiene che il Governo Letta deve andare avanti e solo il 36% chiede elezioni anticipate subito.

Pessimismo che sembra travolgere anche il neo segretario del Pd Renzi: per il 69% non sarà in grado di cambiare l’Italia. La fiducia nel vincitore delle primarie sale tra gli elettori del suo partito, ma non va oltre il 45%.

Le ultime rilevazioni sulle intenzioni di voto parlano poi di un testa a testa tra centro sinistra (31,8%) e centro destra (31,7%), con il movimento 5 Stelle al 28,7%. Ma rispetto alle politiche del 2013 sembra destinata a crescere ancora l’astensione che arriverebbe al 29,7%.