Il 51% delle aziende italiane è estraneo all'adozione di buone pratiche per l'organizzazione del lavoro.
Emerge da un recente studio Eurofond. Anche di questo si è parlato in un seminario della Uil dal titolo "La cooperazione nel terziario: distintività, etica d'impresa e contrattazione", al quale hanno preso parte, tra gli altri, Paolo Andreani, segretario nazionale di Uiltucs e Michele Faioli docente di diritto del lavoro all'università Tor Vergata di Roma. Condotto su 27 mila aziende europee fra industrie e servizi, lo studio dimostra che tra i 15 Paesi messi in classifica l'Italia risulta al 12/o posto, davanti solo a Turchia, Malta e Grecia. Migliori le posizioni anche di Mecedonia (7/o) e Lettonia (11/o). Prima la Finlandia con solo il 7% di aziende che non applicano alcuna buona pratica. La Uiltucs sostiene che il Paese "abbia bisogno di un modello di relazioni industriali riformista e partecipativo, anche al fine di calmierare i costi della conflittualità".
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Lavoro: Italia in coda a Ue su pratiche organizzazione
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