cronaca

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"Il quadro del Medio Oriente desta grandissima preoccupazione. C'è da ricordare ancora una volta che la guerra è sempre una sconfitta della ragione e della buona volontà". Lo sostiene il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, in merito all'attacco in Siria annunciato da Usa, Francia e Gran Bretagna. "Auspichiamo tutti che non si debbano prendere certe strade e che le parti possano arrivare a una soluzione giusta. La gente, la povera gente, e questo è un grido di allarme e di aiuto alla comunità internazionale".

Il cardinale, che ha parlato del 'caso Siria'  a margine delle celebrazioni al Santuario della Madonna della Guardia per la ricorrenza dell'Apparizione della Vergine sul monte Figogna, ha anche discusso dell'uso di armi chimiche."La prima cosa da dire, e la storia recente ce lo insegna, è che bisogna essere assolutamente certi di queste cose per non aggiungere errori a errori". "In secondo luogo - ha aggiunto Bagnasco - le armi non sono mai accettabili, tanto meno queste forme più sofisticate che possono sterminare maggiormente la popolazione e creare dei danni anche per il futuro". Il porporato ha quindi parlato della persecuzione delle minoranze cristiane nel Medio Oriente. "Sono forme di intolleranza che emergono in queste situazioni di incertezza, di conflittualità politica e culturale". Il cardinale ha poi osservato che "quello religioso è un elemento che ha alla radice la pace e la giustizia".
Bagnasco ha toccato non solo il tema della questione siriana nell'omelia di questa mattina alla Guardia, ma anche quello della crisi economica: "La situazione economica continua a essere delicata, nonostante alcuni segnali di ripresa dichiarati dal mondo politico, industriale e bancario. Se questi segnali ci sono, devono vedersi in frutti concreti per la gente che ha perso il lavoro e che non lo trova".
"I tempi continuano ad essere durissimi - ha continuato il cardinale - Non ci si può illudere che tutto sia nuovamente a portata di mano: i proclamati segnali di ripresa - se non sono solo dei pii desideri - non danno ancora frutti sul piano dell'occupazione che è il primo, urgentissimo obiettivo". "Ogni piccolo passo - ha affermato - è benvenuto, ma l'ora esige una concentrazione massiccia e stabile di energie, di collaborazioni, di sforzi congiunti senza distrazioni, che porti a risultati evidenti per chi vive l'ansia del lavoro". "La gente - ha proseguito il cardinale - guarda attonita, teme che i suoi sacrifici vengano buttati via e ogni giorno spera in qualche spiraglio concreto che faccia intravvedere il nuovo giorno: questo deve essere visto da tutti, non annunciato da pochi". Bagnasco ha quindi dichiarato che "la società ha bisogno della famiglia. Ma senza lavoro non c'è futuro, senza una casa e senza lavoro non ci sono le famiglie, grembi di vita e palestre educative, di cui ha bisogno la società". Per questo, ha proseguito, "affidiamo tutto alla Sacra Famiglia, Gesù, Maria e Giuseppe che ci guidino a riscoprire questo tesoro, a difenderlo e a sostenerlo in ogni modo".
E Bagnasco auspica che "tutto si faccia nell'onestà, non a qualunque costo; l'avere non mangi lo spirito e non riduca tutto a ciò che è materiale, a ciò che conviene a ognuno a prescindere dalla comunità; come se l'importante fosse star bene noi senza occuparci di chi, e sono moltitudine, sta peggio di noi".
"Fatica e sacrificio - ha detto ricordando chi ha edificato il santuario, definendoli 'poveri, ma ricchi di fede' - erano pane quotidiano. Non si trattava di superbia, ma della propria dignità: dignità che si nutriva col senso del dovere, dell'ambizione di fare bene le cose, di guadagnarsi il pane senza essere dei parassiti, di contribuire al progresso. Come genovesi, di fare non chiacchiere ma fatti. Ci sembra di essere così lontani da quei tempi, da quel mondo che pare oggi così disatteso e a volte deriso in nome della furbizia, delle parole e del raggiro! Non credo che siamo all'opposto di quel popolo che ha costruito questo tempio: siamo più distratti, viviamo in mezzo a cambiamenti che incidono sul nostro modo di pensare e di vivere, ma il cuore resta sempre lo stesso, con il suo bisogno di infinito e di eternità, con la nostalgia di un mondo più bello e più buono".
Al termine dell'omelia l'arcivescovo di Genova ha annunciato che il prossimo anno pastorale della diocesi "sarà dedicato alla Famiglia, comunità originaria e patrimonio dell'umanità, cellula incomparabile che genera futuro per il mondo". Da qui l'invito "a partecipare con convinzione alle diverse iniziative" e di "venire al santuario per affidarsi alla protezione di Maria. Al termine dell'anno faremo la consacrazione delle famiglie alla Madonna".