Con l'ennesimo cerotto la giunta comunale ha varato un percorso per tentare ancora una volta di tenere in piedi il monumento del Carlo Felice. Contratti di solidarieta', e poco di piu', quindi per ora senza un vero progetto che metta alcuni punti fermi: l'andazzo proprio di molti enti lirici di sprecare soldi pubblici, secondo un metodo cominciato decenni fa in tempi di apparenti vacche grasse, quando si pensava che tutta a lirica, ovunque fosse e senza misurazioni di qualita' e di meriti, andrebbe cancellato.
Un marchingegno tecnicamente perfetto come quello del teatro genovese che , pero', solo ad aprirlo tutte le mattine che Dio manda in terra costa un paradossale esborso, andrebbe rimesso a punto. Il teatro dovrebbe essere aperto sempre, sempre in funzione, ristrutturato in alcune sue parti per fare altro, dare spazi alla citta'. Senza contare un discorso chiarificatore sui metodi di lavoro di cui si sa poco e che spesso sono oggetto di leggende metropolitane (forse) tese a far passare la tesi che orchestrali, coristi e simili lavorino poco rispetto ai lavoratori "normali". Vero? Falso? Tutto questo e' avvolto dalle nebbie di una defatigante trattativa sindacale con una miriade di sigle sindacali che solo nel mondo della musica "seria" del nostro sgangherato Paese, reggono e prosperano.
Dunque se io odiassi la lirica? Se di Verdi o di Mozart non me ne importasse un baffo? Che cosa dovrei fare e dire di fronte alla scelta di una giunta di dissanguare fondi pubblici raccolti con una manovra fiscale impressionante per tenere in piedi un simile apparato? E ancora di piu' che cosa dovrei dire se chi governa la mia citta' decidesse di spogliarsi di una importante proprieta' immobiliare che e' mia e di altre centinaia di migliaia di cittadini genovesi e non esclusiva del sindaco, di un manipolo di assessori e di alcune decine di consiglieri comunali che voteranno, per "mettere in sicurezza" il lirico Baraccone?
Non e' cosi', perche' personalmente mi piace tutta la musica, lirica, classica, jazz, pop, persino i cori di montagna! Ma questi gusti solo miei non sono i gusti di tutta una popolazione che deve sempre pagare, pagare, pagare per il Pubblico.
Si dira'. Ma la Cultura.....
Certo. La cultura ha necessita' assoluta di un sostegno statale o comunale, deve essere una prerogativa in un Paese come l'Italia che ha nella cultura il suo petrolio.
Ma c' e' cultura e cultura. C'e' indispensabilita' di cultura e lusso di cultura. La lirica con i suoi impressionanti costi di gestione raccoglie fino a oggi un piccolissimo pubblico, sia per passione che per possibilita' economiche.
Mi pare francamente arduo nel ben mezzo di una crisi che sta cancellando l'impresa italiana e anche una intera classe medio borghese che spesso questa impresa manda avanti, sostenere che va fatto Tutto quello che e' culturale e che per questo mondo si deve spremere il cittadino fino al midollo in nome di una cultura che non accetta valutazioni di merito.
Forse con la solerzia con cui si alza l'Imu (ma a un certo punto che cosa si alzera?) la giunta e il consiglio dovrebbero dibattere apertamente su tutto quello che e' cultura a Genova: teatri, compagnie, musei, biblioteche, arte, chiese, archivi. Tutto e senza infingimenti.
Sarebbe piu' facile, alla fine di tale confronto politico, tra i partiti che sostengono questa maggioranza e le opposizioni, spiegare a un cassintegrato disoccupato, che magari attende una casa popolare per non dormire dai parenti con tutta la sua famiglia, perche' il governo della citta' non lo aiuta piu' , ma offre a poche centinaia di patiti alcune repliche della Carmen con tori incorporati, sigaraie e matador.
cultura
Ma se odiassi la lirica?
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