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"Nu ghe pensu propriu!" Così aveva riposto Claudio Burlando in genovese alla domanda che, durante una puntata a Primocanale rigorosamente in dialetto, Gilberto Volpara gli aveva rivolto. "Sciu prescidente, allua se ricandida?". "Nu ghe pensu propriu!".

E sembra davvero che il presidente voglia mettere inequivocabilmente la parola fine alla sua esperienza da governatore, dopo dieci anni di regno assoluto. Quindi i commenti del ministro Orlando esponente dei giovani turchi del Pd e del sindaco di Savona Federico Berruti, punto di riferimento ligure di Matteo Renzi, raccontati oggi sulle pagine del Secolo XIX seguono un percorso che peraltro Burlando ha già aperto e che comincerà ufficialmente il prossimo 31 luglio a Rondanina, il più piccolo comune della Liguria, quando chiuderà il suo viaggio nei 250 municipi della regione. "E' la prima volta – ripete con soddisfazione– che un presidente visita nel suo mandato tutti i paesi della regione". Secondo quanto ci ha detto a margine della puntata in genovese, da Rondanina partirà il suo ultimo messaggio politico: "Ragazzi e ragazze, fatevi sotto. Ora tocca a voi".


La conclusione del viaggio in Liguria anticipata di un anno e mezzo abbondante rispetto all'appuntamento elettorale delle regionali, secondo "u prescidente" deve servire a dare un buon margine di tempo al Pd per preparare la successione senza combinare i disastrosi pasticci delle primarie genovesi. Successione che Orlando e soprattutto Berruti invocano sia nel segno della "discontinuità", anche se questo termine usato per la prima volta da Marta Vincenzi nei confronti del predecessore Beppe Pericu non sembra foriero di buoni auspici. Burlando è evidente, ha qualche nome in testa e quando spiega che i successori dovrebbero essere di un'altra generazione, scelti tra assessori, consiglieri regionali, amministratori locali e di partito allarga a dismisura un campo che stando ai sussurri nemmeno troppo leggeri si restringe oggi proprio al sindaco Berruti, ma anche a Raffaella Paita assessore di punta della giunta, al segretario Giovanni Lunardon o al neo parlamentare Lorenzo Basso.


Attendiamo, quindi, l'Editto di Rondanina che il pontifex maximus del Pd ligure firmerà, con un atto simbolico, dalla montagna ligustica. A meno che non sia anche l'occasione per un Patto di Rondanina che cominci a disegnare all'interno dei Pd i percorsi futuri, e i nomi dei corridori. Per la Regione, per gli assessorati, per il prossimo sindaco di Genova e forse anche per il futuro presidente della Port Authority. Un puzzle ben preparato che non riservi troppe sorprese e soprattutto trappole. Mario Paternostro