cronaca

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Bisogna sapere ascoltare. Sono le ultime parole che don Gallo mi ha detto al termine di un’intervista fatta a San Benedetto poco prima delle elezioni politiche. Era già consumato, ma se possibile la sua energia interna, la passione, era ancora più forte del solito. L’ascolto. E’ stato sempre il chiodo fisso di “Gallo”. 

Ascolto  degli Ultimi, ascolto dei deboli, ascolto dei diseredati. Lo ha fatto in una vita lunga, ricca di fatti, lotte, vittorie e delusioni. Don Andrea Gallo è per chi ha la mia età, il prete del Carmine. Quello che raccoglieva i ragazzi, gli studenti del Colombo, meno conformisti di altri, e li avvicinava a mondi sconosciuti, abbassando paratie divisorie di classe e di abitudini consolidate.

E’ il don Gallo prete di strada, prete delle prostitute e dei tossici che aveva ospitato a San Benedetto insieme a don Rebora che lo aveva accolto dopo che era stato castigato dal  cardinale Siri. Non il prete che si occupava di droga, ma il sacerdote che stava con i drogati. E non solo con loro, perché col trascorrere degli anni la sua comunità è diventata il rifugio di chi era costretto a stare ai margini: margini umani e sociali, politici e religiosi.
In realtà con Siri aveva un rapporto spesso di grande e reciproco affetto. Diceva il cardinale di lui: “il mio prete”. Rispondeva di rimando Gallo: “il mio vescovo”.

E per Siri pregò quando il vecchio arcivescovo si fermò , sfiancato dal tumore.
Don Gallo politico è quello che più ha suscitato dissensi, ma anche grandi passioni. La destra genovese non gli ha mai perdonato il suo stare al fianco dei no global del G8, poi con i partiti della sinistra, poi con i vendoliani e infine con Marco Doria. E’ stata la destra che aveva trovato un anti-Gallo in don Gianni Baget Bozzo, prete intellettuale spesso anche questo in fortissima polemica con Siri, diventato consigliere politico e europarlamentare di Silvio Berlusconi.

Don Gallo, il prete partito dalla ricca ma sobria Castelletto, da una Genova bene ma non tanto , è stato un vero Buon Cristiano, pronto a aprire le porte senza chiedere a chi bussava: chi sei? E se ha avuto qualche eccesso mediatico credo che oggi gli sarà perdonato, proprio perché è stato un uomo buono. Buono come lo intende il Vangelo di Gesù.

Mario Paternostro