Cronaca

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Ronco Scrivia è uno dei comuni coinvolti dai cantieri del Terzo Valico. In provincia di Genova, oltre al paese al di là dei Giovi e al capoluogo di regione, anche Campomorone e Ceranesi si trovano già in prima fila a gestire senza rete la matassa Tav.

Ed è proprio nei borghi alle spalle della grande città che la protesta pare essere più forte. L'ultima dimostrazione in ordine di tempo è arrivata ieri sera in una palestra di Borgo Fornari, frazione di Ronco al confine con Busalla.

Qui il sindaco democratico Simone Franceschi ha messo in piedi una pubblica assemblea perché la cittadinanza fosse informata delle future opere che interesseranno il territorio. E ha convocato lassù pure alcuni tecnici del Cociv, il soggetto costruttore.

Risultato? Oltre settanta persone in sala, professionisti magari eccellenti dal punto di vista tecnico ma certamente non all'altezza sul fronte comunicativo. E allora? Il bersaglio diventa il sindaco. I suoi elettori, impauriti e preoccupati per la salute ma anche per la temuta perdita di terreni, giardini e valori delle case gli rimproverano in diretta di non essere più al fianco della sua gente.

Simone Franceschi non è certamente un Berlinguer e neppure un imbonitore. Fa quello che può e ci mette la faccia. Con francescana umiltà si prende la sua dose di rampogne. E pazienza se si deve far carico, lui politico, della scarsa sensibilità dei tecnici venuti da lontano, che spiegano guardando un monitor e dimenticandosi che stanno parlando, in un paese dove sono arrivati grazie a un navigatore satellitare, a delle persone che hanno bisogno di capire.

Da giovane, fedele soldato di partito Pds, Ds, Pd, Franceschi fa quello che a Campomorone ha già fatto il collega Giancarlo Campora: un altro democratico fedele alla bandiera che ancora sventola.

A costo di finire sulla graticola, fa da bersaglio a una protesta in parte spontanea in parte irrobustita dalla presenza di un movimento che porta in comitiva i propri rappresentanti in queste esercitazioni di assemblee popolari.

Facile uscirne sconfitti e, come si sa, chi perde non trova accanto a sé molti alleati.

Tra i non pervenuti, il Partito Democratico evidentemente convinto che le faccende più importanti siano altre rispetto ai territori da presidiare.

E chissà cosa ne pensa il presidente Burlando, impegnato notte e giorno, a dire che bisogna stare più vicino ai sindaci dei 235 comuni della Liguria.