Salute e Medicina

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Sono intervenuti questa mattina a "Dica 33", la trasmissione di medicina di Primocanale, la dottoressa Sonia Ballestrero, dermatologa e il dottor Antonio Merello, coordinatore del centro di chirurgia della mano dell’ospedale Galliera.

“Le reazioni cutanee da piante sono varie e numerose – ha spiegato la dottoressa Ballestrero - e possono interessare tutti gli individui, non solo gli allergici, perché le piante hanno dei sistema di difesa verso l’ambiente esterno che possono interessare anche l’uomo” Questi sistemi potranno essere meccanici (spine delle rose) oppure chimici (irritazione da bulbo del tulipano).

Le reazioni più comuni sono quelle da contatto che si manifestano inseguito alla manipolazione della pianta, di un fiore o di un frutto. Il distretto corporeo in cui si osservano gli arrossamenti è solitamente quello delle mani, in particolare al pollice, indice e medio, poiché si utilizzano per afferrare gli oggetti.

Le fito-foto dermatiti sono invece degli arrossamenti dovuti al contatto (contatto diretto o ingestione) con erbe fotosensibilizzanti e alla conseguente esposizione ai raggi solari. In alcuni cali lasciare macchie permanenti.

Alcune delle più comuni piante fotosensibilizzanti sono: prezzemolo, fico, iperico e finocchio.

“Sono maggiormente esposti alla possibilità di fito-foto dermatiti quei soggetti – ha sottolineato la dermatologa – che utilizzano decotti di fico, oli essenziali di citronella per allontanare le zanzare e profumi con bergamotto”

“Nella stagione primaverile ed estiva – ha continuato la Ballestrero - uno dei principali problemi che si notano  sono le classiche scottature da sole”

L’eritema è il primo grado di scottature, che, se si ripresenta più volte sulla nostra pelle in seguto all’esposizione ai raggi solari, potrà provocare cancerogenesi e invecchiamento cutaneo precoce. “Le norme di fotoprotezione sono ovviamente quelle di utilizzare una crema con alto fattore di protezione alla prima esposizione”

“Non è consigliato – ha terminato - esporsi al sole quando si assumono farmaci quali la pillola anticoncezionale e antibiotici”

“La sindrome del tunnel carpale – ha spiegato il dottor Merello - è una patologia dovuta all'irritazione e alla compressione del nervo della mano che porta all’incapacità di afferrare piccoli oggetti con le dita”

Il primi sintomi di questa patologia sono i bruciori e i formicolii notturni che si possono manifestare anche in forma acuta portando il paziente a svegliarsi dal sonno.

Quando la compressione perdura, e quindi si è in presenza della una patologia in stato avanzato si verificheranno disturbi alla sensibilità, soprattutto alle prime tre dita.

La diagnosi viene effettuata tramite una elettroneurografo che verifica la trasmissione di un impulso elettrico all’interno del canale del carpo. Qualora ci fosse un rallentamento del segnale elettrico l’esame risulterebbe positivo alla sindrome.

In relazione al grado di avanzamento della patologia si adottano cure differenti. Quando si avvertono solamente sintomi sporadici si più intervenire con una cura cortisonica e al riposo forzato del polso con un tutore. In casi di patologia avanzata si utilizza invece la chirurgia.

L’intervento chirurgico, effettuato in anestesia locale e con un piccolo taglio di 3cm sulla mano, prevede il sezionamento del legamento traverso per la conseguente eliminazione della compressione del nervo.