La colf lavorava presso una benestante famiglia genovese da una ventina d'anni ma da qualche tempo, proprio per far fronte alle spese familiari, aveva iniziato ad appropriarsi di oggetti d'oro nella casa dove prestava servizio.
I preziosi venivano poi venduti negli appositi negozi di compraoro.
I datori di lavoro, però, si sono insospettiti per le frequenti sparizioni degli ori di famiglia e, qualche tempo fa, hanno fatto installare una telecamera che ieri ha 'tradito' la colf. Hanno così avvertito i carabinieri che hanno atteso che la donna uscisse di casa, l'hanno seguita a bordo del bus e, una volta scesa, le hanno chiesto cosa avesse nella borsa.
Di fronte alla richiesta dei militari la colf non ha potuto fare altro che mostrare il 'bottino' e a confessare di aver compiuto, in passato, altri furti.
La donna, difesa dall'avv. Ferruccio Barnaba, ha patteggiato due anni con la condizionale e si è giustificata asserendo che il marito da un po' di tempo gioca alle slot-machines e i suoi figli sono senza lavoro per cui è difficoltoso arrivare alla fine del mese.
Cronaca
Colf ladra si giustifica: "Mantengo mio marito malato di gioco d'azzardo"
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