Cronaca

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La soluzione ai gravi problemi occupazionali non può che arrivare dall’insediamento di nuovi siti produttivi nelle aree ex parco-ferrovia. La Cisl, a nome delle OO.SS., chiede la costituzione di un tavolo ad hoc per accelerare le procedure volte alla riqualificazione. Condivisibile l’iniziativa della Regione di coinvolgere il ministero degli Esteri per promuovere la delocalizzazione ventimigliese delle imprese del Principato di Monaco, ma non basta. Servono tempi certi. Indispensabile riaprire la trattativa perché il comprensorio ventimigliese diventi “zona franca”.

La grave situazione economica e occupazionale del territorio richiede che le Istituzioni non perdano tempo. Il comprensorio ventimigliese attende risposte concrete.
Il Segretario Generale della Cisl di Imperia, Claudio Bosio, a nome delle OO.SS., la settimana scorsa ha sottoposto al Commissario prefettizio del Comune di Ventimiglia, Giovanni Bruno, la necessità di un intervento urgente, ormai inderogabile, per dare inizio all’opera di riqualificazione delle aree a vocazione commerciale e industriale dismesse del comprensorio ventimigliese. Si tratta di tutte le superfici dell’ex Parco Ferroviario, quelle attualmente occupate dai binari dismessi della stazione ferroviaria, e delle aree Campasso.
«E’ indispensabile – osserva Bosio - renderle al più presto, quantomeno in tempi certi, “appetibili” alle imprese interessate a realizzare insediamenti produttivi e disposte ad assumere manodopera locale».
E’ vitale sottoscrivere il protocollo tra Comune, Demanio e Ferrovie per la concessione delle aree del parco Roja, a seguito del quale si potrà procedere alla pubblicazione dei bandi per la concessione delle aree, suddivise in lotti, saranno pubblici probabilmente nel 2° semestre del 2013. I lotti in aggiudicazione misureranno, ciascuno, una superficie di circa 10.000 mq. e saranno suddivisi in zone a destinazioni diverse: commerciale, industriale e per attività collaterali.
A detta del Commissario Bruno, nel corso del 2014 potrebbero trovare collocazione i primi insediamenti.
«Nel frattempo il rischio che si sta correndo sotto il profilo occupazionale è alto – spiega il segretario generale della Cisl - Centinaia di frontalieri italiani, per via della riqualificazione urbanistica in atto nel quartiere di Fontvieille nel Principato di Monaco, rischiano il posto di lavoro. La prevista delocalizzazione di molte aziende impegnate nel terziario avanzato sta producendo gravi ricadute. E’ certamente apprezzabile l’iniziativa della Regione di coinvolgere il ministro degli Esteri, Terzi Di Sant’Agata, affinché si adoperi nei confronti delle autorità monegasche per promuovere una delocalizzazione presso le aree produttive ventimigliesi. Ed è per questo motivo che si rende indispensabile fissare tempi certi per la riqualificazione».
La Cisl ritiene a tale scopo attivare un tavolo con l’amministrazione del Comune di Ventimiglia e tutte le associazioni datoriali interessate perché si mettano in atto le iniziative. Occorre, nel contempo, sollecitare il Governo a riaprire la discussione sulla possibilità che il comprensorio di Ventimiglia diventi “zona franca”. Solo così le aree ventimigliesi saranno “appetibili” a centinaia di imprese.
«Non c’è più tempo da perdere – sottolinea Bosio - La situazione occupazionale dell’intero comprensorio ventimigliese sta assumendo caratteristiche di estrema gravità che coinvolge negativamente molte famiglie: l’occupazione è in calo e, ad oggi, nessun nuovo insediamento produttivo sembra pronto a decollare in tempi brevi. Il territorio attende risposte concrete. Serve con urgenza la creazione di nuovi posti di lavoro. A fine di giugno risultavano iscritti presso le sedi di Ventimiglia, Sanremo e Imperia 14.591 disoccupati. Occorre attivare tutte le risorse disponibili sia in termini d’idee che d’iniziative concrete». Questo è stato quanto il Segretario della Cisl fa presente.
Nel corso degli anni, prima dell’abbattimento della frontiera con la Francia, attorno alle Dogane lavoravano circa una ventina di agenzie di spedizioniere. Era inoltre numeroso il personale impiegato nel Centro di polizia e dogane per i servizi legati all’importazione e all’esportazione delle merci. Tutti operatori che usufruendo dei servizi commerciali locali contribuivano all’economia cittadina. Nella città di frontiera questa realtà ha dato impulso per molti anni all’economia del territorio, con risvolti occupazionali a volte eccezionali.
Con l’abbattimento delle frontiere tutto questo è finito, compresa l’attività di cambio. A questa situazione storica ora si aggiunge anche la possibilità che più di un migliaio di frontalieri possano rimanere in tempi brevi senza lavoro. Per questo la Cisl ritiene che la riqualificazione delle aree delle FF SS. dismesse debba essere una priorità, e pertanto è necessario che le Istituzioni debbano cooperare perché si arrivi nel più breve tempo possibile ad una soluzione concreta circa il loro utilizzo. La riqualificazione dell’area “Parco Roja” può essere senz’altro un potentissimo volano di sviluppo per il rilancio dell’intero comprensorio, sempre, ovviamente, nel rispetto degli operatori economici già presenti sul territorio. Dopo che Comune, Demanio e Ferrovie si sono espresse in merito ad una soluzione percorribile per la concessione dell’area, il problema è ora come renderla rapidamente disponibile.