Sport

1 minuto e 13 secondi di lettura
Dopo aver messo in archivio le Olimpiadi di Londra in casa Coni è battaglia per la successione di Gianni Petrucci.

Dopo 13 anni e quattro mandati consecutivi al vertice dello sport italiano il presidente uscente lascia dietro di sé una vera e propria guerra di successione. Cambiamenti in vista? Neppure un poco, perché guardando i candidati si capisce che il Coni anche in futuro resterà uguale a sé stesso. In corsa ci sono infatti Raffaele Pagnozzi, Giovanni Malagò e l'outsider Luca Pancalli, rispettivamente il braccio destro di Petrucci, il presidente del Circolo Canottieri Aniene e il vice presidente del Coni e capo del Comitato Paralimpico.

Ma andiamo con ordine. Raffaele Pagnozzi è il favorito e non rappresenta di certo il nuovo che avanza: è al Coni da ben 19 anni, rappresenta il mantenimento dello status quo e ha l'appoggio di Petrucci e della maggior parte delle federazioni. Malagò è più giovane, 53 anni, ma anche in questo caso sarebbe sbagliato parlare di rivoluzione al pari di Pancalli, che dovrebbe però accontentarsi di diventare segretario generale con Pagnozzi presidente. La corsa al vertice dello sport è partita, a eleggere il nuovo presidente saranno i 45 presidenti delle federazioni oltre ai rappresentanti degli atleti e dei tecnici. Corsa a una struttura che gestisce ben 95 mila società sportive, 11 milioni di tesserati e un bilancio di 464 milioni di euro. Corsa a una struttura che quasi certamente però resterà uguale a sé stessa.