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Il Presidente della Commissione Infrastrutture del Senato, Luigi Grillo, è intervenuto, durante il dibattito per la conversione del decreto Liberalizzazioni, sull'approvazione dell'emendamento sul tema della tassa di stazionamento per le imbarcazioni di diporto: “La tassa di stazionamento prevista dal decreto Salva Italia era strutturata come una tassa di soggiorno, il cittadino italiano poteva quindi legittimamente sottrarvisi spostando l’unità da diporto all’estero, quello straniero era invece costretto a pagarla se intendeva sostare nelle nostre acque, mettendo a rischio 1,4 miliardi di euro di investimenti in infrastrutture portuali e 8.900 posti di lavoro”.
 
L’immediato esodo delle imbarcazioni verso altri paesi del Mediterraneo, secondo l’Osservatorio Nautico Nazionale di Genova, ha comportato la fuga di 27.000 unità, danneggiando gravemente tutta la filiera, azzerando tutte le spese relative all’uso delle imbarcazioni (ristorazione, alimentare, accessoristica, shopping, ecc.).

“Le marine croate e slovene hanno pubblicizzato tariffe agevolate per i nuovi contratti sottoscritti dai diportisti italiani, – ha proseguito Grillo – mentre la Francia ha repentinamente modificato la propria legislazione, azzerando ogni imposta sulle imbarcazioni che lasciano il proprio registro nazionale di immatricolazione per assumere la bandiera francese”.

Queste sono le motivazioni che hanno spinto a richiedere la trasformazione della tassa in un’imposta annuale, da pagarsi in quanto cittadini italiani possessori di una imbarcazione o nave da diporto, a prescindere dalla bandiera e dal paese di utilizzo. Questa soluzione consente di rimodulare gli importi lasciando inalterato il gettito, unitamente all’esclusione dei cittadini stranieri, e quella delle unità utilizzate come bene strumentale dalle aziende di noleggio e locazione. Ha inoltre il pregio di impattare nella maniera minore possibile sulla filiera complessivamente considerata.