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Domenica scorsa la sconfitta nel derby ha spalancato al Genoa la caduta dopo 15 anni. Un incubo. Oltre la mortificazione patita dai sostenitori ecco l'ex proprietario e presidente Enrico Preziosi che si è preso la scena. Questo per rispondere all'ad rossoblù Blazquez che aveva detto che senza i soldi del fondo 777 Partners, da mesi padrone del Grifo, il club rischiava di fallire per via dell'eredità lasciata proprio dalla gestione di Preziosi.

I fatti sono noti, ma resta amarezza e pure stupore sentire Preziosi che agita con furore la poca acqua dello stagno in cui affoga la più antica società d'Italia. Ma chi aveva detto che gli americani sbarcati al Genoa avrebbero garantito ai tifosi di vedere una squadra di livello e con un futuro florido? Preziosi ovviamente e allora? Quel Preziosi che vedendo il Genoa quasi in B muove l'indice verso Blazquez, ma soprattutto contro Il direttore Spors e il tecnico Blessin, che a proposito lui non avrebbe mai preso.

Ma perché Preziosi non ricorda che il Genoa è partito con un gruppo eterogeneo e svogliato, vedi Caicedo e Fares, via i migliori come Zappacosta e altri, che ha subito fatto fatica. Preziosi li, ha spostato il bazooka su Ballardini che pure gli aveva fatto capire che la sua "invincibile Armada" non avrebbe fatto molta strada. Ballardini dato in pasto alla critica peraltro in modo miope plaudente, e avanti un altro: Shevcenko, scelto dai 777, giubilato pure lui, dall'ex presidente. Per carità, nessuno qui ha fatto sconti, già prima di dicembre infatti avevamo fatto capire che ci voleva un mercato di gennaio robusto che in realtà non c'è stato. Solo le belle gioie sui social mostravano irritazione quando si scriveva di errori della nuova dirigenza che ora tutti (in ritardo colpevole) avvallano saltando sul carro a parte chi fa il gattopardo per mestiere. Guai a scrivere che in attacco il gol era una chimera.

Vabbè. Preziosi si dimentica che a lui furono evitati processi quando i rossoblù non vennero iscritti alla Uefa pur avendo conquistato la partecipazione al torneo sul campo. Preziosi cercò di negare fin quando al posto della squadra di Gasperini si è letto il nome della Sampdoria. Per non parlare della serie C, nessuno qui è martire. Oggi il Genoa è in coma e stasera con la Juve, se non ci sarà un miracolo, rischia di staccare il biglietto per una categoria che non c'entra niente con la storia e le potenzialità del Genoa. Così infastidisce questa querelle che pare una lite tra eredi mentre il caro non è ancora estinto.

I 6 giorni neri per i tifosi genoani, ci si è messa pure la Salernitana che sta per mettersi al sicuro, non hanno bisogno del sottofondo di chi vanta magari crediti e li chiede, ma un dignitoso silenzio in quanto colpevole o almeno corresponsabile di un torneo sbagliato. Ma Blazquez e chi rappresenta meritano un'altra occasione è un po' più di tempo con un briciolo di calma. Preziosi non riesce proprio ad uscire di scena e se rivuole il Genoa,  allora siamo su "scherzi a parte" lo dica. Nessuno gli ha mai disconosciuto fiuto e competenze calcistiche. Intanto la gente attende gli sviluppi, ma stando vicino a Sturaro e compagni, incitandoli malgrado 3 vittorie in 10 mesi, come solo loro sanno fare.

Intanto gli americani facciano tesoro degli errori e disegnino un progetto non per andare in Europa, ma per tornare in A, se a cominciare da stasera il brutto anatroccolo entro due settimane non si trasformerà in cigno. E non è per niente facile. Per questo ognuno si assuma le proprie responsabilità. Ne va della dignità in giornate così difficili. A volte è meglio fermare la lingua così non ci si chiede nemmeno il perché si siano raggiunti conti che molti fogli finanziari hanno definito pesanti, non per vincere qualcosa, ma per collezionare nelle ultime tre o quattro stagioni salvezze al fotofinish o giù di lì. Qui stanno perdendo tutti, non è ancora chiaro?

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