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Tutti i nodi della gestione Ferrero stanno venendo al pettine, ma la squadra resta padrona del suo destino
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La Sampdoria prosegue gli allenamenti nel ritiro di Verona, senza Conti, Giovinco e Gabbiadini, rimasti a svolgere il lavoro differenziato a Bogliasco e dunque indisponibili per la sfida del “Bentegodi”. Nel centro sportivo della Virtus atteso anche il presidente Marco Lanna.

Dopo la vittoria della Salernitana ad Udine la lotta per la salvezza si è ancora più complicata ed inasprita, considerato che la squadra di Davide Nicola ha ancora un bonus a disposizione: lo scontro diretto con il Venezia all’Arechi. Importantissimo sarà domenica anche l’incrocio tra Genoa e Cagliari a Marassi, fermo restando il fatto che la Samp in classifica resta padrona del proprio destino. Al momento, infatti, nell’attesa di Salernitana-Venezia i punti di vantaggio sul terzultimo posto sono sette.

A preoccupare, semmai, è l’involuzione, il progressivo spegnimento della formazione di Giampaolo. Dall’inizio del campionato, gestione D’Aversa compresa, sono stati provati tutti i moduli possibili, senza mai raggiungere uno standard di rendimento sufficientemente affidabile. Ecco perché, per comprendere l’attuale situazione blucerchiata, bisogna allargare gli orizzonti e non guardare agli aspetti spiccioli.

Sul piano tecnico, strada facendo sono stati persi elementi offensivi del calibro di Damsgaard e Gabbiadini, che hanno privato la squadra di ricambi in attacco. Poi, il ribaltone in panchina che non ha prodotto i risultati sperati. Inoltre, il mercato di gennaio, effettuato in ristrettezze economiche, si è rivelato fallimentare: nessuno dei nuovi arrivati, per un motivo o per l’altro, ha portato un contributo tangibile al gioco della Sampdoria.

Sul piano ambientale la società ha visto mozzata la propria testa con l’arresto del presidente e proprietario e da quel momento il nuovo cda, per metà identico a quello vecchio, è stato costretto a navigare finanziariamente a vista, sventolando (per bocca del direttore operativo Bosco) i 24 milioni di passivo e i 100 di indebitamento (ma sono di più) come un grande risultato.

In mezzo a questo pandemonio, le presunte trattative di cessione del club, condotte in solitario e senza neanche un advisor dall’ambiguo Vidal, metà uomo di Ferrero e metà “custode” della Samp e quindi del suo futuro.

Eppure, la salvezza sul campo rimane (per ora) l’unica salvezza possibile da un cancro originario, le cui metastasi si sono via via estese a tutto il corpo blucerchiato. E laddove la parola salvezza ripetuta due volte è puramente voluta.