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Nel 1989 una sfida impattante per le Aquile contro una big, oggi la musica è cambiata, con uno stadio tutto esaurito
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LA SPEZIA - Monza, stadio Brianteo, 23 agosto 1989: sul campo 11 maglie bianche e altrettante nerazzurre. Da un lato Zenga, Bergomi, Brehme, Baresi, Ferri, Mandorlini, Bianchi, Berti, Klinsmann, Matthaeus e Serena. Dall’altro, Rollandi, Colasante, Casilli, Galbiati, Stabile, Spalletti (si, proprio lui), Righetti, Pregnolato, Rossi, Ceccaroni, Ceccarini. Sulle panchine l’inconfondibile fischio di Giovanni Trapattoni e la flemma di Sergio Carpanesi, forse il più grande tra gli allenatori della storia dello Spezia.

Oltre alla nostalgia dell’infanzia o adolescenza di molti dei tifosi di oggi, è questa partita a segnare uno dei primi, poderosi impatti dello Spezia con il mondo dei grandi. Ma se l’anno precedente, sul neutro di Livorno, con il Napoli di Maradona fu una semplice passerella, a Monza con l’Inter fu battaglia vera, risolta all’83esimo dal gol di Jurgen Klinsmann, raccontato in diretta nell’unico modo possibile a quel tempo, con l’inconfondibile voce di Sandro Ciotti alla radio. Quell’Inter-Spezia era un preliminare di Coppa Italia, i bianchi erano reduci da un infruttuoso terzo posto nel girone A della C1, l’Inter si era da poco laureata Campione d’Italia ed era quella dei 58 punti da record.

Per molti anni a venire quell’emozione, quella di un corpo a corpo con una squadra leggendaria, resterà unica. Oggi, ripensando a quella serata, viene quasi da sorridere visto che Spezia-Inter è diventata una piacevole normalità. Il nuovo confronto sarà venerdì alle 19: lo Spezia per la gloria e per gli ultimi mattoncini salvezza, l’Inter per continuare la rincorsa scudetto. I precedenti in serie A sono stimolanti: l’anno scorso al Picco uscì un combattuto pareggio, a San Siro è sempre stato tutto più difficile. Ma lo Spezia stavolta gioca in casa e, per la prima volta, senza più un sedile libero.

Sui social sono centinaia i tifosi alla ricerca di un tagliando, contando su qualche defezione dell’ultim’ora. La sfida sarà specialissima per Thiago Motta: l’attuale allenatore dello Spezia era nel mitologico gruppo di giocatori che conquistò, nel 2010, la Champions League con Josè Mourinho in panchina. Saltò la finale di Madrid per colpa di una squalifica, ora sarà un ostacolo al possibile primo scudetto di Simone Inzaghi. “Non ho tempo di pensare a chi vincerà lo scudetto”, ha detto Motta giorni fa. In cuor suo spera che vinca l’Inter ma venerdì non sono previsti sconti.