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Dopo la disfatta di Bologna, sabato l'appuntamento da non fallire al "Ferraris"
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Altro che tabù da sfatare, la Sampdoria cade a Bologna per la settima volta consecutiva, stavolta sotto i colpi di Arnautovic, mettendo in campo la solita prestazione con poca qualità e senza nerbo. Uniche attenuanti, l’assenza prolungata di soluzioni offensive – Gabbiadini e Damsgaard mancano più del pane – ed un clamoroso rigore negato a Sensi per una vistosissima spinta di Medel in area sullo 0-1. Per tutto il resto è stata notte fonda, anche per quei valorosi oltre mille tifosi che hanno seguito la squadra al “Dall’Ara”.

Il primo tempo era stato dominato dal Bologna sul piano del gioco ma si era chiuso senza reti. Al 9° Audero aveva sbarrato la porta ad Arnautovic, poi Barrow aveva sfidato la sorte con un pallonetto ed Hichey aveva piazzato un buon pallone fuori di poco.

La ripresa si era aperta con un timido segnale di risveglio da parte della Samp: lungo lancio di Audero dalle retrovie e per poco Caputo non trovava lo spiraglio giusto per superare un comunque attento Skorupski. Un fuoco di paglia, poco dopo Ferrari si infortunava ed entrava Yoshida, che confermava il periodo di scarsa vena. Così al 16’ Arnautovic, complice anche il buco di Audero, perforava la porta blucerchiata con irrisoria facilità spezzando l’equilibrio.

Giampaolo reagiva gettando nella mischia Quagliarella al posto di Rincon ma era il Bologna a raddoppiare ancora con Arnautovic, che si faceva agilmente beffa dell’imbambolata retroguardia della Sampdoria. Restava lo spazio solo per altre due clamorose occasioni del Bologna, che colpiva la traversa ancora con Arnautovic e poi con Sansone.

Una Samp disorganizzata, priva di temperamento e con qualche equivoco tattico, a cominciare da Candreva, palesemente non a suo agio e soprattutto inutile alla causa nel ruolo di mezzala.

Sabato alle 14,30 al “Ferraris” con la Salernitana sarà una partita da dentro o fuori, il sottile confine tra una concreta possibilità di salvezza e l’oscura anticamera dell’inferno.