Ostigard medicato dopo l'episodio del rigore non concesso ai rossoblù (foto Genoa Cfc)Tu chiamale se vuoi delusioni. Il Genoa rientra da Roma col morale sotto i tacchi e la piena consapevolezza di una fragilità tornata a bussare vigorosamente alla sua porta.
Troppi errori gratuiti. Morale: zero punti
Inter, Atalanta e Roma sono i nomi degli ultimi avversari incontrati, vero. In assoluto, se ti chiami Genoa non può rappresentare uno scandalo raccogliere zero punti contro organici allestiti per reggere l’urto europeo. Piuttosto, a preoccupare è l’elevato numero di errori individuali che stanno scandendo un dicembre cominciato alla grande col colpaccio di Udine, poi però proseguito male e concluso peggio.
Rivisitando le dinamiche di queste tre sconfitte, emerge un dato solare e allarmante al tempo stesso: per vincere contro il Grifone le big di turno hanno semplicemente dovuto aspettare l’errore del rossoblù di turno. Errore quasi sempre gratuito, che ha mandato in frantumi una prestazione collettiva incoraggiante (contro l’Inter) o addirittura migliore (con l’Atalanta). Oppure nemmeno giudicabile (a Roma) perché quando tu stesso mandi in porta l’avversario per due volte in una manciata di minuti, la speranza non può che morire all’alba.
Ma DDR è l’ultimo dei colpevoli
Tra il Genoa e De Rossi, luna di miele finita: non c’è più dubbio. Il canale di comunicazione tra tecnico e spogliatoio rimane spalancato, così come solido il rapporto fiduciario. Ma è evidente che DDR, in questo contesto l’ultimo dei colpevoli, abbia adesso la necessità di trovare al più presto urgenti correttivi. Alla luce di un gennaio delicatissimo, scandito da ben tre scontri diretti con Pisa, Cagliari e Parma e agitato da un mese intero a mercato aperto.
Mercato: aiuti sì, bacchetta magica no
Mercato, a proposito. Una mano potrà dare, certo. L’ultimo campanello d’allarme: chi fa gioco quando Malinovskyi non è in giornata come successo contro Atalanta e Roma? Ma il concetto principale è che questo Genoa gli argomenti per risalire la classifica li debba trovare soprattutto all’interno dello spogliatoio piuttosto che aspettarsi l’arrivo di qualcuno con la bacchetta magica. E De Rossi? Impatto super positivo, i numeri sono ancora dalla sua, così come la cifra del gioco espresso. Roma a parte, nella storia recente mai come negli ultimi tempi la squadra ha verticalizzato e dimostrato compattezza. Il suo lavoro rimane complicato: eliminare o quantomeno ridurre certe fragilità individuali. Ma ne è sempre stato ben consapevole, anche quando il suo Genoa per un mese ha viaggiato a una media di due punti a partita. E questo aspetto può rappresentare un prezioso alleato.
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