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di Matteo Angeli

Il Genoa esce dal confronto con la Juventus a testa alta, sospinto da uno stadio incandescente per novanta minuti e da una Gradinata Nord che si è confermata il vero “dodicesimo uomo”. La squadra ha lottato, ha mostrato orgoglio e coraggio, ma il messaggio che arriva anche da questa serata, dopo quella con il Lecce, è chiaro: urgono rinforzi subito.

Il mercato chiude lunedì sera alle 20 e il club non può più permettersi di aspettare. Non è solo una questione sportiva, ma anche economica. L’accordo con il fisco prevede una dilazione dei debiti, legata però in modo diretto alla permanenza in Serie A. Tradotto: rimanere nella massima serie non è soltanto un obiettivo sportivo, ma un obbligo di sopravvivenza societaria. Se si incassano 40 milioni dalle cessioni di De Winter e del baby Ahnaor, almeno 10 devono essere reinvestiti immediatamente sul mercato per rafforzare la rosa. 

Qui entrano in gioco le responsabilità della proprietà che deve rispettare anche i 28.101 abbonati. Il presidente Sucu, che ha acquistato il Genoa, deve autorizzare Blazquez a intervenire subito. Non è più il tempo delle attese o dei rinvii: servono almeno uno-due acquisti di spessore. La partita con la Juve ha confermato che questo gruppo ha cuore, ma senza rinforzi continuerà a soffrire ogni domenica. E il rischio, se si aspetta ancora, è quello di arrivare tardi e avere rimpianti troppo grandi da colmare.

Sucu non può limitarsi a guardare e tacere. Deve condividere con Blasquez almeno un investimento immediato, una punta ad esempio in grado di garantire i gol salvezza. La permanenza in Serie A è una condizione imprescindibile: per il futuro sportivo e per la piazza.

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