
DOHA - Argento amaro. Il Settebello si arrende nella finale mondiale, 13-15, contro la Croazia. Decidono i rigori, dopo l’11-11 nei 32 minuti regolamentari, uno sulla traversa di Echenique e uno parato a Di Fulvio. Ma brucia come ci si è arrivati: gol del pareggio subito a 5 secondi dalla fine, con il portiere croato Bijac in avanti e qualche imperfezione nello schema difensivo azzurro.
Rimpianti e lacrime. «Abbiamo sbagliato qualche dettaglio, ma non posso rimproverare nulla ai ragazzi», sono le parole del ct Campagna. «Siamo cresciuti durante il torneo, abbiamo giocato una grande finale». «E poi – chiosa – queste medaglie vanno in archivio, ma del 2024 resteranno nella memoria di tutte quelle con i cinque cerchi sopra». Appunto, a cui la nazionale di pallanuoto italiana può ambire, con una squadra ormai nel pieno della maturità (Di Fulvio premiato come miglior giocatore del torneo e Del Lungo come miglior portiere) cui si aggiungono gli innesti di un paio di giovani talentuosissimi. L’Olimpiade di Parigi è dietro l’angolo, e i ragazzi della pallanuoto puntano, come minimo, al podio.
Eroe di giornata Deddy Fondelli, camoglino trapiantato a Recco, figlio d’arte (suo padre Mamo vinse il Mondiale 1978), ieri 5 gol (tre su rigori e altri due, di cui uno, praticamente dalla “linea di fondo” virtuale, posizione impossibile. Partita dura, sporca, agonisticamente serrata, tiratissima, sempre in equilibrio, mai un doppio vantaggio. L’Italia poteva vincerla, l’ha persa. Bronzo alla Spagna, 14-10 alla Francia.
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