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GENOVA - Anche Genova piange la scomparsa di Luisito Suarez, che si è spento oggi a 88 anni dopo una breve malattia. Il regista della grande Inter – che coi nerazzurri vinse due Coppe dei Campioni. due Coppe Intercontinentali e tre scudetti negli anni '60 – chiuse la carriera da calciatore con la maglia della Sampdoria, giocando 63 partite e segnando 9 gol in serie A dal 1970 al 1973.

Un “arquitecto” che con la casacca doriana – al fianco di tanti giocatori importanti come Battara, Lodetti, Salvi, Cristin e Fotia – contribuì in quegli anni a tre salvezze consecutive. Calciatore di talento, classe sopraffina e grande visione di gioco, giocatore anche molto moderna per l'epoca, Luisito Suarez è stato Pallone d'Oro nel 1960 e campione d'Europa con la sua Spagna nel 1964. Un campione straordinario che segnò il suo ultimo gol a San Siro, naturalmente da avversario, proprio giocando per i blucerchiati.

Ma il legame con Genova non finisce qui visto che Luisito Suarez iniziò la sua carriera da allenatore sempre sotto la Lanterna guidando le giovanili del Genoa nel 1973-74, e anche sulla sponda rossoblù lasciò un piacevole ricordo. Un grande, anzi un grandissimo del calcio, sempre molto apprezzato per il suo modo di raccontarsi e di raccontare il calcio: personaggio di un'altra epoca anche per simpatia e toni garbati, sempre intelligente e brillante non soltanto in campo. Con una curiosità in più che forse farà piacere ai tifosi doriani. Per capire che giocatore fosse Suarez lo stesso campionissimo spagnolo negli ultimi anni accettava il paragone con Andrea Pirlo, oggi neo mister della Samp. “In effetti abbiamo in comune diverse caratteristiche” sorrideva Luisito.

La Sampdoria lo ha ricordato con un messaggio social: "Ciao Luisito" e una foto di un sorridente Suarez in maglia blucerchiata.