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Marcello Lippi, il ct mondiale di Berlino 2006, un palmares infinito (fra l’altro 5 scudetti, una Champions League, una Coppa Intercontinentale e tre titoli cinesi), è stato ospite di Primocanale nel corso di “Liguria Calcio”. Focus sulla Sampdoria, la squadra in cui è rimasto per nove stagioni da calciatore, dal 1970 al 1979.

«Mi piace tutto della Sampdoria. Mi piace il suo allenatore, Andrea Pirlo, un ragazzo fantastico che saprà trasmettere le sue idee alla squadra e ai giocatori. E’ chiaro che ci sarà da faticare, da soffrire».

Crede che la Sampdoria potrà essere la squadra da battere della prossima serie B?

«Non so se sarà quella da battere. L’importante è che sia competitiva. Sono certo che allenatore, società e giocatore lavoreranno per questo. Che poi diventi la squadra da battere questo non lo so».

Quali sono le insidie principali nel campionato di B?

«Gli avversari, tanti, agguerriti. E la qualità complessiva».

Lei ritiene che, dopo quello che è successo con la pesante crisi societaria, la Sampdoria possa puntare a una strategia a medio termine? Insomma, per essere chiari, a non mettere subito nel mirino il ritorno in serie A?

«Macché. Io credo che la Sampdoria debba puntare a risalire subito, non  a fare calcoli a lungo termine. Ci vuole la mentalità giusta e cercare di giocare come chiederà l’allenatore».

Forse si dovrà rinunciare a qualche nome di primo piano – da Audero a Gabbiadini ad Augello – per motivi economici…

«Questi sono problemi che non conosco e nei quali non mi addentro. Io sono certo che la società saprà fare quello che deve e che farà i sacrifici necessari per cercare di inseguire gli obiettivi».

Torniamo a Pirlo, che lei conosce bene: era uno dei punti cardine della sua Italia mondiale…

«Persona di grande qualità, intelligenza, sensibilità. Farà sicuramente bene. Sono convinto che Andrea riuscirà a costruire una bella squadra per risalire subito».

Lei ha vinto tantissimo in panchina, ai suoi tempi da calciatore la Sampdoria aveva altri traguardi …

«Noi puntavamo al massimo a salvarci restando in A. Ho avuto la fortuna di vincere tanto da allenatore, non mi posso certo lamentare… Ma anche da calciatore, a Genova, con la maglia della Sampdoria a cui sono rimasto legatissimo, mi sono tolto belle soddisfazioni».

Che ne pensa della Nazionale attuale?

Che Mancini sta facendo un lavoro enorme. Mi dà molta fiducia. Sta lavorando anche con uno sguardo allargato alle nazionali Under. Saprà riportare l’Italia a essere una squadra importante sulla scena mondiale, come l’Italia merita di essere».

Ultima domanda: chi vede da scudetto?

«Le solite note. Ma pensiamo allo scudetto della B….»