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Un'analisi sul primo Spezia di mister Semplici visto ieri in campo nel pareggio di Udine
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LA SPEZIA - Il primo Spezia di mister Semplici strappa un pareggio dalla Dacia Arena di Udine: un punto importante che consente alle Aquile - in attesa del risultato del Verona che giocherà questa sera contro la Fiorentina - di volare momentaneamene a +3 dal terzultimo posto in classifica.

Importante è soprattutto sotto il punto di vista psicologico, perché, nella peggiore delle ipotesi, qualora gli scaligeri dovessero vincere contro i viola, allo scontro diretto di domenica prossima lo Spezia arriverebbe a pari punti, forte della vittoria dell'andata al Bentegodi. Un'eventuale sconfitta ieri avrebbe sicuramente rappresentato una mazzata psicologica per la squadra da questo punto di vista.

Dove migliorare?

Qualche lacuna è rimasta e si è vista anche in Friuli, soprattutto a livello mentale: dopo il gol subito nel primo tempo infatti la squadra si è impaurita, finendo per rintanarsi nella propria area di rigore e dando quella sensazione di poter subire gol da un momento all'altro, come troppo spesso è accaduto in questa stagione.

Da registrare anche la difesa perché i numeri parlano chiaro, sono 41 i gol subiti, davvero troppi: Semplici dovrà lavorarci e trovare la quadra ad una retroguardia che troppe volte viene colta impreparata. 

Da cosa ripartire?

Il primo tassello è sicuramente quello di M'bala Nzola, tornato ad essere leader e protagonista dopo l'assenza di circa un mese: fattore chiave nella corsa alla salvezza di questo Spezia, con ben 11 gol all'attivo che fanno di lui il terzo miglior marcatore del campionato di Serie A. 

Ottimo il saper cambiare pelle durante la partita, anche grazie alla duttilità negli interpreti di questa squadra, passando da un 4-2-3-1 ad un 3-4-1-2 che consenta ad un giocatore come Shomurodov, in ombra ieri, di trovare spazi al fianco dell'attaccante angolano.

Doverosa menzione anche per Ekdal e Agudelo, entrambi fondamentali nella realizzazione dei due gol e autori di una splendida partita: lo svedese abbina carisma ed esperienza, sa leggere e interpretare la gara alla perfezione, mentre Agudelo ha strappi e tecnica che pochi altri in serie A hanno e su di lui dovrà lavorare molto il tecnico toscano, per fargli fare quel definitivo salto di qualità anche nell'ultima scelta, dove il colombiano spesso pecca. 

Insomma, le basi per raggiungere l'obiettivo ci sono tutte e con i rientri di elementi chiave come Zurkowski, Holm e Bastoni questa squadra potrà davvero decollare, facendo quel definitivo salto di qualità.

Testa al Verona adesso, che arriverà domenica nell'ora di pranzo al Picco, in una gara che rappresenterà un vero e proprio spartiacque del campionato per il club di via Melara.

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