Nel giorno dell'assemblea degli azionisti della Sampdoria - convocata alle 19 nello studio di Mestre del commercialista Gianluca Vidal, consigliere del club e trustee del trust Rosan che custodisce la società in funzione di garanzia di due procedure concordatarie di società del gruppo Ferrero - due ex giocatori molto popolari tra i tifosi sono in lizza per la carica di presidente di garanzia.
Al nome di Marco Lanna che circola da giorni, infatti, si è affiancato in queste ultimissime ore quello di Enrico Nicolini: genovese e tifoso sampdoriano come Lanna, esordio in blucerchiato nel derby della rovesciata di Maraschi del 17 marzo 1974 ma una carriera di calciatore tutta altrove (Catanzaro, Ascoli, Napoli e Bologna, spesso da capitano), un mancato rientro negli anni d'oro sfumato per volontà di Bersellini che non voleva aizzare una rivalità con l'emergente Pari, lo scorso anno opinionista di Primocanale, fino al grande ritorno pochi mesi fa nel settore giovanile, prima come tecnico e poi come dirigente.
Sia Lanna che Nicolini avrebbero comunque funzioni simboliche: sia il difensore protagonista negli anni d'oro delle coppe e dello scudetto che la bandiera della Sud anni Settanta sono volti chiaramente discontinui rispetto a una gestione in cui per otto anni la lingua ufficiale era stata il romanesco e quanto allo stile lasciamo perdere.
"La Sampdoria ai sampdoriani" è uno slogan in assoluto forse anacronistico, in un mondo professionistico spinto all'esasperazione dove neppure i vari Nassi Marotta Vialli e Mancini e Vierchowod erano nati tifosi blucerchiati, ma in questo momento c'è bisogno di ristabilire un legame tra un popolo smarrito e deluso e i suoi simboli. Poi dietro il presidente-icona ci saranno gli uomini dei conti e della diplomazia, per voltare davvero pagina rispetto a una situazione in cui la Sampdoria resta tuttora proprietà di Vanessa e Giorgio Ferrero, figlia e nipote di Massimo, tutti e tre agli arresti domiciliari su ordine della Procura di Paola (Cosenza), in merito all'inchiesta per bancarotta e altri reati societari legata al fallimento di alcune società del gruppo trasferite ad Acquappesa (Cosenza) poco prima dell'estinzione. Impossibile pensare a una Sampdoria futura ancora nel segno dei Ferrero, ma la "transizione ecologica" verso una nuova proprietà - è già scattato il toto-nomi, spesso fondato sui sogni e non sulla realtà - sarà tutt'altro che breve e potrebbe non essere indolore.
IL COMMENTO
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