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Circola l'ipotesi sinistra del ritorno di Ferrero, ma ecco perché non sarà possibile
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La società "veicolo" di Pacific Media Group rappresentata da Paul Conway, incaricata di reperire i capitali per l'acquisizione della Sampdoria, ha raccolto sul mercato finanziario 75 milioni di euro. Sufficienti per comprare la società blucerchiata, non abbastanza per investire nel lungo periodo.

La cifra al momento potrebbe bastare soltanto per un'operazione "mordi e fuggi" che preveda la rivendita del club tra un anno, ma si tratterebbe di una manovra spericolata ad alto rischio e, soprattutto, di scarsa prospettiva per la Sampdoria.  

Così anche PMG al momento non ha iniziato l'analisi dei dati e nella data room predisposta dal trustee Vidal e dal Cda permangono un Fondo di investimento americano ed un gruppo di non meglio specificata matrice orientale.

Nessuno, però, dopo la ritirata di Redstone Cerberus (che puntava sul cambio della destinazione d'uso dei cinema del gruppo Ferrero, obiettivo sul quale tuttavia non esistono garanzie), ha affondato il colpo e all'orizzonte della Sampdoria non si profilano compratori.

L'imprenditore cinematografico Francesco Di Silvio (nella foto tratta dal suo profilo Facebook) ha annunciato, attraverso un gruppo di tifosi con cui è stato messo in contatto dall'ex calciatore blucerchiato Ivano Bonetti, l'arrivo domani (mercoledì) a Genova, dove si tratterrebbe sino a venerdì. Per fare che cosa non lo ha specificato, non avendo il Cda della Sampdoria in agenda incontri con lui.

Va sottolineato che la prima manifestazione di interesse di Di Silvio verso la Sampdoria risale al marzo scorso tramite (come stiamo raccontando da giorni) una procura a trattare, datata 2020, a nome di un membro non precisato della famiglia Al Thani. Si può ipotizzare - ma si tratta appunto di una presunzione - che tale procura sia la medesima utilizzata per tentare le scalate (non riuscite) a Foggia e Salernitana, mentre l'assalto a Fortitudo Basket risale ad un periodo precedente (il 2014) ed anche questa operazione non andò a buon fine.

Nel frattempo, tra le altre cose, si sono avvicendati ben tre diversi legali rappresentanti di Di Silvio, che ha provato a coinvolgere nell'operazione anche Gianluca Vialli tramite una call conference da Londra alla quale Gianluca ha effettivamente partecipato. Vialli avrebbe informato di questa presunta trattativa di acquisto della Sampdoria anche Edoardo Garrone, in cordata con lui ai tempi della fallita operazione con Dinan e Knaster ma, soprattutto, colui che nel 2014 mise gratuitamente tra le mani di Massimo Ferrero la Sampdoria dopo averla ripulita dai debiti e corroborata di risorse finanziarie tramite robuste fidejussioni.

Di Silvio ha in comune con Ferrero l'attività cinematografica e la mancanza di risorse proprie (il suo finanziatore sarebbe appunto l'arabo di cui sopra) ma a differenza del Viperetta, è doveroso sottolinearlo, ha la fedina penale pulita.

Tuttavia, nel momento in cui Vidal ed il Cda lo hanno invitato a mettere le carte sul tavolo, sotto forma di garanzie per l'accesso alla data room oppure svelando l'identità anche fisica dell'arabo, non ha adempiuto alle richieste. Così come allo stato attuale è sfumato anche l'invito a Doha, in Qatar, da parte di Di Silvio al trustee Vidal e al Cda della Samp per conoscere il misterioso finanziatore.

Ma che cosa può succedere alla Sampdoria? L'assenza di acquirenti solidi e concreti preoccupa e spaventa il Cda della Samp, che ha suggerito a Vidal di accelerare il processo di cessione "sfruttando" maggiormente l'advisor Lazard per trovare un compratore sul mercato internazionale prima dell'interruzione del campionato per il Mondiale di calcio (ultima giornata il 13 novembre).

Nel frattempo tra i tifosi circola anche la sinistra ipotesi di un ritorno sulla scena di Massimo Ferrero, quando tra circa tre mesi scadrà il provvedimento interdittivo emesso nei suoi confronti dal Tribunale di Paola. Un'ipotesi, conoscendo il personaggio, sulla carta non da escludere al 100% ma nei fatti irrealizzabile.

Al di là dell'ostile ambiente esterno, Ferrero infatti qualora tentasse, in quanto proprietario della Sampdoria attraverso la sua famiglia, l'inserimento di un quinto membro (lui) nel Cda dovrebbe poi fare i conti con gli attuali consiglieri di amministrazione: basterebbero le dimissioni di uno solo di loro (e di certo almeno due, ma probabilmente tutti e quattro, non sarebbero disposti a restare al suo fianco) per far decadere l'intero Consiglio.

E, con esso, le garanzie bancarie faticosamente ottenute nei mesi scorsi. Con la conseguenza che la Sampdoria fallirebbe seduta stante ma per Ferrero si aprirebbe un vortice giudiziario ancora più pericoloso per lui ed i suoi sodali.

Ecco perché questo scenario, sebbene giuridicamente possibile, è irrealizzabile. Pur restando il fatto che se la Samp non troverà un compratore a breve termine, difficilmente sarà in grado di continuare ad andare avanti per molto tempo con questa gestione "commissariale"