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Arriva la Juventus, seconda big ospite della Sampdoria in campionato dopo l'Atalanta, e stasera alle 20,45 a Marassi ci sarà una cornice adeguata. La prevendita in tarda mattinata, con lunghe code al Samp City di via XX Settembre, ha superato quota 11mila, dato che aggiungendosi ai quasi 15mila abbonati assicura una cornice di pubblico adeguata all'importanza della sfida.

I tifosi over 50 ricordano un'altra Sampdoria-Juventus in avvio di stagione, il pomeriggio del 12 settembre 1982, con oltre 50mila presenti nel vecchio stadio. Era la prima di campionato di serie A, dopo cinque campionati tra i cadetti. Un periodo di limbo aperto proprio da un'altra Sampdoria-Juventus, 22 maggio 1977, ultima giornata del campionato vinto dai bianconeri con 51 punti su 60 disponibili (formato a 16 squadre e 2 punti a vittoria) contro i 50 del Torino. Quel giorno era finita 0-2, il capitano del Doria era Marcello Lippi che diciotto anni dopo avrebbe vinto la Champions da allenatore della Juve. Cominciava una lunga eclissi per i blucerchiati, rilevati due stagioni dopo sull'orlo della serie C da Paolo Mantovani. Conquistata la promozione nel 1982, il calendario aveva proposto un impatto terrificante: Juventus in casa, Inter a San Siro e Roma a Marassi. Ne sarebbero venute tre vittorie, molto sampdorianamente la prima sconfitta invece sarebbe capitata al quarto turno a Pisa, contro un'altra neopromossa.

La Juve di Trapattoni era scudettata uscente, in più si presentava con cinque campioni del mondo in carica (Zoff, Gentile, Cabrini, Scirea e Rossi; Tardelli era squalificato) più due stranieri di altissimo livello all'esordio in A come Boniek e Platini. Quest'ultimo era il pericolo numero uno, eppure a decidere la partita era stato proprio il suo marcatore, il terzino Mauro Ferroni (nella foto), che il giorno dopo sarebbe stato simpaticamente "multato" di mille lire da Mantovani: "Dovevi marcare Platini e perciò ti avevo proibito di passare la metà campo e tu invece l'hai superata, anche se per andare a far gol". La foto del compianto Attilio Basso, con Platini che tenta inutilmente di agguantare la maglietta di Ferroni lanciato in corsa verso Zoff, è l'emblema di una delle partite più importanti della storia della Sampdoria. In panchina, tra le riserve della Juve, c'era l'attuale ds blucerchiato Carlo Osti.

Un altro dettaglio storico è emozionante, quasi commovente per chi sia legato ai colori blucerchiati. Dalla partita della retrocessione del 1977 a quella del ritorno in A del 1982 erano passati cinque campionati e cinque anni, quindi le due squadre - soprattutto il Doria - avevano cambiato alcuni giocatori. Dei bianconeri del 1977, erano in campo anche cinque stagioni dopo Zoff, Gentile, Cabrini, Furino, Scirea e Bettega. Tra i blucerchiati, un solo giocatore aveva salutato la A contro la Juve per ritrovarla un lustro più tardi contro la stessa avversaria: proprio Ferroni, l'autore a sorpresa del gol decisivo, primo e penultimo della sua carriera. "Ho una farfalla nella schiena" aveva scritto Gianni Damonte su "Graffiti Notizie", presagendo la folata di felicità del decennio successivo.