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In campo al Signorini e allo stesso modo tra i tifosi al Genoa ci si mobilita per il derby di venerdì sera al Ferraris dove ci saranno 22000 spettatori con maggioranza rossoblu, visto che il Grifone gioca in casa. I tifosi giovedì si ritroveranno prima a De Ferrari, poi procederanno in corteo verso l’NH Hotel del Porto Antico dove inciteranno la formazione rossoblu. Questo il contenuto del comunicato diffuso via social dalla Gradinata Nord: "Il  9 Dicembre alle ore 18.30 appuntamento in piazza De Ferrari. Raggiungeremo in Corteo NH Hotel al Porto Antico, per caricare la squadra. In un momento così difficile, il nostro Genoa ha bisogno di tutti noi, facciamo vedere chi sono i Genoani. Genova è solo rossoblu!”.

Risponde il tecnico Shevcenko, che fa la conta degli arruolabili. Criscito potrebbe farcela anche dal primo minuto. Inutile dire che la presenza del capitano sarebbe importante non solo perché stava facendo un ottimo campionato, ma per il ruolo che ricopre nello spogliatoio. Destro al momento potrebbe partire dalla panchina per poi giocare uno spezzone di gara. Anche Kallon punta al ritorno tra i disponibili e ci tiene in modo particolare visto i tanto derby giocati in particolare nella Primavera di Chiappino. Sturaro invece sicuramente ci sarà e potrebbe giocare visto che ha saltato la Juve solo per un affaticamento, così come Badelj che aveva un po' di febbre.

Intanto Maksimovic è tornato in gruppo dopo oltre due mesi di stop. Il difensore serbo è in ritardo sulla tabella di marcia, ma non verrà rischiato anche perché non ha una condizione accettabile. Se ne riparlerà per l'ultima del girone di andata con l'Atalanta. Intanto gli americani stanno per annunciare il nome del direttore generale che sembra essere un profilo internazionale. Insomma malgrado le enormi difficoltà del momento prosegue il progetto di 777 Partners.

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Dai documenti e dalle intercettazioni dell'inchiesta che ha condotto in carcere Massimo Ferrero, ormai ex presidente della Sampdoria, emerge con sempre maggiore nitidezza il cosiddetto “metodo” utilizzato dal Viperetta e dai suoi famigliari in questi anni, ovvero il tentato trasferimento di fondi da una società all'altra del gruppo, sempre più indebitato, in disarmo e destinato a crollare come un castello di carte.

Alla magistratura spetta il compito di accertare se ed in quali circostanze questi passaggi siano avvenuti, anche attraverso l'eventuale coinvolgimento della Sampdoria. Perché se è vero che dalla vicenda Obiang l'allora presidente Ferrero era uscito prosciolto – sostanzialmente per mancanza di una parte lesa, cioé la Sampdoria, dunque lo stesso Ferrero che non si era ovviamente costituito parte civile – è altrettanto vero che in sede sportiva per questo “reato” lui medesimo aveva patteggiato una pena, peraltro risibile, per evitare conseguenze alla squadra.

Un sistema, quello delle scatole cinesi, che Primocanale aveva “denunciato” nel febbraio del 2019, incassando scarsissima solidarietà dal mondo della tifoseria blucerchiata (oltre 1.000 furono i Like su Facebook alla notizia della querela di Ferrero nei confronti del sottoscritto) e ancora meno attenzione dal resto del mondo dei media. Per molti, non per tutti fortunatamente, valeva il refrain: “Sul piano dei risultati non gli si può dire niente”. Il tutto per qualche derby vinto ed un paio di decimi e noni posti in classifica. Misteri insondabili, la cui interpretazione lasciamo volentieri ai posteri.

Dopodiché, bisogna guardare avanti e, per quanto ci concerne, quello che avevamo da “contestare” alla gestione della Sampdoria di Ferrero lo abbiamo fatto in tempi non sospetti (si fa per dire) e, soprattutto, quando era in sella. Ora che, invece, è in cella ci interessa davvero poco sparare sulla Croce Rossa ed assistiamo semmai abbastanza disgustati alle intemerate di chi gli ha retto il gioco per anni e adesso si indigna e si “sorprende” di fronte alla caduta del falso imperatore. E' un antico vezzo italico difficile da estirpare. Pazienza.

Che cosa accadrà adesso? Intanto, la gestione degli affari correnti di Corte Lambruschini, in assenza di un vicepresidente, è stata affidata ad Alberto Bosco, direttore operativo della società blucerchiata. Ma con le dimissioni e la decadenza di Ferrero, secondo statuto decade l'intero consiglio di amministrazione, formato, oltre che dal Viperetta, dal commercialista Vidal, dal banchiere Fiorentino e dai “genovesi” Castanini e Profiti.

In teoria il presidente del collegio sindacale, Marcello Pollio, potrebbe convocare una nuova assemblea per l'elezione di un nuovo cda, che a sua volta distribuirebbe le nuove cariche, magari con il manager informatico Enrico Castanini, amministratore unico di Liguria digitale e sampdoriano doc, presidente. Ma all'assemblea risulterebbe difficile la partecipazione degli azionisti di U.C. Sampdoria spa, essendo gli stessi sparpagliati tra San Vittore e i rispettivi domicili. Dunque, una situazione delicata, anche sul piano giuridico-amministrativo.

Ecco perché non è esclusa la nomina di un commissario ad acta per traghettare la Sampdoria fuori da questo intrigo e lontano dall'incubo.

Sul piano societario, poi, due sono le prospettive. Essendo ormai probabile, anzi, quasi scontato l'esito negativo del concordato di Eleven Finance srl, azienda immobiliare e cinematografica del gruppo Ferrero,  (il 15 dicembre è prevista l'adunata dei creditori), per la medesima si aprirebbe una procedura fallimentare che porterebbe anche la Sampdoria tra i beni nelle disponibilità di un curatore per soddisfare, attraverso la vendita del club, parte delle aspettative dei creditori. E, come abbiamo sottolineato più volte, i potenziali acquirenti non mancano: da Massimo Zanetti del gruppo Segafredo  al tandem Vialli-Dinan (agognato dai tifosi), al duo Volpi-Fiorani. Qualcuno, autorevole, parla anche di un gruppo arabo, di cui personalmente non abbiamo contezza ma che riferiamo per dovere di cronaca.

Esiste tuttavia pure la possibilità, quanto concreta e quanto remota al momento è difficile da sostenere, che la Sampdoria società vada in crisi finanziaria motu proprio e dunque rischi il fallimento diretto. Situazione che spalancherebbe le porte ad baratro della ripartenza dalle categorie inferiori. Ma qui potrebbe, anzi, “dovrebbe” entrare in gioco, come aveva promesso negli studi di Primocanale, l'ex presidente e proprietario Edoardo Garrone con una ricapitalizzazione, attraverso l'attivazione del sistema bancario, tale da scongiurare il peggio e da favorire un cambio di proprietà indolore e diluito nel tempo.

Nel 2014 furono infatti le famiglie Garrone-Mondini, non riuscendo più a gestire il club dopo la scomparsa del capostipite Riccardo Garrone, a regalare incautamente la Sampdoria al già fallendo per la bancarotta fraudolenta nel crack della compagnia aerea Livingston Massimo Ferrero, con in più una robusta iniezione di liquidità e fidejussioni per un totale di circa 65 milioni di euro.

Edoardo Garrone, negli studi di Gradinata Sud, si dichiarò pentito di quella scelta, bollata come un errore e definì Ferrero un “pagliaccio e cialtrone”, dichiarandosi pronto ad intervenire in caso di necessità. Forse quel momento è arrivato.

Intanto, la squadra dovrà riuscire sul campo ad isolarsi dal convulso contesto esterno, a cominciare dal derby imminente, per produrre il massimo sforzo e mantenere la categoria, fondamentale anche per i nuovi, eventuali salvatori della Sampdoria.

La Juventus è a distanza siderale dal Genoa e così il tiro al bersaglio a Sirigu non ha sorpreso nessuno e lo 0-2 per i bianconeri è persino dignitoso. Non lo è più però la classifica che vede il Grifone in lotta per non retrocedere e tenuto in piedi dagli scivoloni degli altri, compresa la Sampdoria. Ecco qua il derby che "drammatico" non è ma poco ci manca. Il Genoa è obbligato a vincere, mai ci è riuscito in casa addirittura dall'aprile scorso e ha bisogno di trovare il gol, che con Shevcenko in quattro gare la squadra non ha battuto chiodo. Per forza, ci sono più malati al Signorini che al San Martino.  Ma stanno così tutti male, oppure c'è qualcosa che non va? In tempo di Covid gli allenamenti sono tabù e i dispacci dal fronte sono scarni. Così pare che ci sia il tentativo di recuperare Destro e Criscito quantomeno per la panchina. Sheva qualcosa ha detto, insomma ci spera, perché così questo Genoa fa pena, (Ekuban, Bianchi e gli altri fanno ciò che possono che non basta mai) nel senso della tenerezza.

Il giallo Maksimovic poi è sotto gli occhi di tutti: lesione di secondo grado per in serbo eppure dai 40 giorni per riaverlo siamo ai due mesi. Ma cosa ha? E Fares? E Caicedo? Certo la jella è proprio nera e si è aggiunto lo stop grave di Rovella. Siccome il mercato è lontano Shevcenko qualcosa dovrà inventarsi. La stracittadina vale doppio e il Genoa lo sa. Purtroppo l'eredità di Preziosi è sotto gli occhi di tutti, ma ormai non c'è più tempo neppure per le contestazioni. Gli americani si valuteranno dagli investimenti che faranno e intanto per una volta tocca ai giocatori, da cui ci si aspetta grinta e coraggio contro la Samp, muovere il sedere. È l'ennesimo bivio per la sopravvivenza. Per questo i tifosi ci saranno e come sempre da parecchi anni è l'unica certezza con orgoglio da sventolare in mezzo a un mucchio di niente.

Niente festeggiamenti natalizi in casa Sampdoria. Dopo le recenti vicissitudini che hanno coinvolto l'ormai ex presidente del club blucerchiato Massimo Ferrero, la società Sampdoria ha comunicato che la tradizionale Festa di Natale, che si sarebbe dovuta tenere a Palazzo Ducale nella serata di domani, martedì 7 dicembre, è stata annullata. LEGGI QUI Arrestato Massimo Ferrero, la Sampdoria non è coinvolta ma lui si dimette

Alla festa avrebbero dovuto partecipare sia il gruppo squadra maschile che femminile, dirigenti, dipendenti e sponsor. Come spiega il club, i festeggiamenti sono stati annullati "per rispetto nei confronti della situazione che stanno vivendo Massimo Ferrero, la sua famiglia e la Sampdoria - spiegano dal club -, affinché il tradizionale e sincero scambio d'auguri prenatalizio non venga mal interpretato e frainteso".

LEGGI QUI Ferrero, otto anni di "vita spericolata" sulla pelle della Sampdoria

GENOVA - Nella giornata di lunedì 29 novembre, il genovese Matteo Franzoso trionfa nel Super-G di Coppa Europa a Zinal, Svizzera. Un risultato incredibile, mai un Genovese, tantomeno un Ligure (a meno che non si voglia tener conto delle origini Savonesi di Federica Brignone), è mai stato in grado raggiungere questo traguardo.

Non è la prima volta che ho il piacere di intervistare Matteo. Il 30 marzo 2021 si è portato a casa una tappa del campionato italiano a Santa Caterina (LEGGI QUI). anche se molto è cambiato da quell’ultima intervista, a partire dalla sua specializzazione nelle discipline veloci. Infatti, Matteo a marzo raccontava di non sapere ancora, nonostante i suoi 22 anni, la sua disciplina "migliore". Oggi invece è molto diverso, Matteo inizia a prediligere le discipline veloci (super-g e discesa libera) a discapito delle tecniche (slalom speciale e gigante). Questa idea è confermata dal fatto che Matteo non ha partecipato alla prima tappa del campionato italiano di slalom speciale per allenarsi in discesa libera in Svizzera, sulla stessa pista dove lunedì ha trionfato.

Una domanda che mi è venuta spontanea è stato chiedere quanto fosse importante allenarsi sulla pista di gara. Anche se la risposta può sembrare scontata, le motivazioni sono molto particolari. "Allenarsi sulla pista è importantissimo, ma non per noi atleti, bensì per gli ski-men che devono scegliere le scioline giuste, considerando che le piste bene o male sono uguali tutti gli anni", spiega Matteo.

La vittoria, a dire il vero, è stata una splendida sorpresa, dovuta al fatto che Matteo partiva 40esimo. Come lui stesso mi ha raccontato, i primi 25 concorrenti hanno dovuto affrontare la gara con pochissima luminosità per colpa del cielo coperto. Dal pettorale numero 25, il cielo si è schiarito, ed è addirittura uscito il sole, illuminando completamente la pista. È qui che però Franzoso tira fuori il suo talento, perché abilissimo nello sfruttare l’occasione e portarsi a casa la gara. Questo successo gli permette di scalare le classifiche mondiali, e guadagnarsi un pettorale di partenza migliore.

Dopo questo splendido successo, Matteo è tornato nella sua Sestriere a ricaricare le batterie, per poi ricominciare ad allenarsi per preparare la tappa di Coppa Europa in Italia, sulla pista Deborah Compagnoni di Santa Caterina Valfurva. La stessa pista che pochi mesi fa gli ha consegnato la vittoria nel Circuito Grand Prix Italia.