Le ondate di caldo torrido possono trasformarsi in un vero e proprio pericolo per il cuore, facendo aumentare infarti, aritmie e altri gravi problemi cardiologici. I dati parlano chiaro: durante i periodi di temperature estreme, i ricoveri per eventi cardiovascolari crescono sensibilmente, soprattutto tra le persone più fragili. A confermarlo a Primocanale durante a rubrica quotidiana 'Il medico risponde' il dottor Sergio Agosti, cardiologo Asl 3 ospedale Micone Sestri Ponente e territorio.
Perché il caldo mette a rischio il cuore
"C’è una relazione molto stretta tra cuore, sistema circolatorio e caldo purtroppo - avverte Agosti - il nostro organismo cerca di difendersi dal caldo attivando una serie di meccanismi di compenso, che però possono diventare pericolosi. Il primo fra tutti è la vasodilatazione periferica e l’aumento della sudorazione, ricordiamo che la sudorazione è un sistema di termoregolazione, ma genera un abbassamento della pressione arteriosa, che in alcuni pazienti può essere significativo e dare disturbi e non solo la perdita di liquidi comporta anche la perdita di sali, e questa può portare a crampi muscolari e aritmie. Inoltre, il cuore è costretto ad aumentare la frequenza dei battiti per tentare di raffreddare il corpo, ma in alcuni soggetti questo sforzo può risultare compromettente".
L’impatto del caldo sui ricoveri cardiaci
Secondo recenti studi epidemiologici, durante le ondate di caldo estremo si registra un aumento del 15-20% dei ricoveri ospedalieri per infarto miocardico acuto e altre patologie cardiovascolari. In particolare, le persone sopra i 65 anni sono quelle più colpite, con un incremento significativo di crisi ischemiche e scompensi cardiaci. Inoltre, i dati mostrano un aumento delle aritmie e degli episodi di ipotensione legati alla disidratazione e alla perdita di sali minerali.

Chi deve stare più attento
"Gli anziani sono i più esposti, perché i loro meccanismi di compenso sono meno efficaci - sottolinea Agosti - ma il rischio è alto anche per chi soffre già di patologie cardiache e per chi assume terapie, in particolare diuretici, che possono accentuare la perdita di liquidi e sali".
"Col caldo si può convivere però è necessario ascoltare i sintomi e i segnali del proprio corpo e rivolgersi a specialisti per modulare le terapie e rispondere in maniera adeguata a questa ondata di calore - conclude Agosti - ma non bisogna mai sottovalutare il caldo: la prevenzione e l’attenzione ai segnali del corpo sono fondamentali per evitare che un’estate di sole si trasformi in un rischio per la salute del cuore".
I segnali d’allarme da non sottovalutare
Il dottor Agosti raccomanda di non ignorare sintomi come stanchezza marcata, palpitazioni, tachicardia, difficoltà a respirare, giramenti di testa o dolore al torace. "In presenza di questi segnali, è fondamentale rivolgersi subito al proprio medico di medicina generale o allo specialista".
Le regole d’oro per proteggere il cuore dal caldo
Ecco i consigli pratici del cardiologo:
Scegliere le ore fresche: "Attivarsi solo nelle ore più fresche, entro le nove e mezza del mattino e dopo le diciotto".
Bere regolarmente: Anche senza sete: "Il meccanismo della sete si attiva quando ormai è un po’ troppo tardi. Bisogna bere almeno un litro, un litro e mezzo al giorno, salvo diversa indicazione per chi ha scompensi cardiaci".
Vestirsi leggeri: preferire abiti freschi e traspiranti.
Controllare la pressione: "Chi ha problemi cardiovascolari deve monitorare la pressione e il battito con più attenzione".
Modulare la terapia: "Chi assume farmaci per la pressione, soprattutto diuretici, deve parlare col proprio medico per valutare eventuali aggiustamenti".
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