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L’appello alla sanità ligure: "Investire in ricerca e industria"
4 minuti e 29 secondi di lettura
di Tiziana Oberti

 

Ci sono viaggi che cambiano la vita, ma pochi la cambiano anche agli altri: quello di Alessandro Di Rocco, da Genova a New York, è uno di questi. Partito il giorno dopo la laurea oggi è un neurologo di fama internazionale, riconosciuto tra i maggiori esperti nella diagnosi e nel trattamento della malattia di Parkinson e dei disturbi del movimento con particolare attenzione alla qualità della vita dei pazienti e alla promozione delle nuove terapie nel campo dei disturbi del movimento. Dirige uno dei più vasti network dedicati a queste patologie nello Stato di New York. La sua storia l'ha raccontata a Primocanale durante la rubrica 'Finestra sul mondo' dedicata ai liguri che vivono all'estero in onda dal martedì al venerdì alle 13.

Dalla laurea a Genova alla leadership negli Stati Uniti

"Da Genova sono partito un po’ per opportunità, un po’ per caso - racconta Di Rocco - ho fatto tutti gli studi a Genova, dalle elementari all’università. Durante gli ultimi anni di medicina ho avuto l’opportunità di visitare gli Stati Uniti e così mi è venuta l’idea di specializzarmi lì. Ho dovuto ricominciare parte del percorso di studi, perché la laurea italiana non è riconosciuta negli Stati Uniti, ma alla fine sono rimasto a New York e non sono più andato via".

Laureato in Medicina a Genova nel 1984, si è trasferito negli Stati Uniti dove ha completato la specializzazione e una fellowship in neurologia e disturbi del movimento presso il Mount Sinai Hospital di New York. Attualmente ricopre il ruolo di System Director del programma Parkinson’s and Movement Disorders presso Northwell Health, il più grande sistema sanitario dello Stato di New York, ed è professore di Neurologia presso la Donald and Barbara Zucker School of Medicine at Hofstra/Northwell. Svolge la sua attività clinica principalmente al Lenox Hill Hospital di New York.

Nel corso della sua carriera, Di Rocco ha diretto numerosi studi clinici, pubblicato decine di articoli scientifici su riviste internazionali ed è stato membro di comitati direttivi di fondazioni e associazioni dedicate al Parkinson. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui l’inclusione tra i 'Top Doctors' di New York da Castle Connolly e New York Magazine per diversi anni consecutivi.

Ricerca, tecnologia e nuove frontiere nella cura del Parkinson

Oggi Di Rocco dirige i servizi di un network che copre 9 milioni di persone nello Stato di New York, offrendo diagnosi, riabilitazione, ricerca e sviluppo di tecnologie avanzate per i pazienti con Parkinson e altri disturbi del movimento. Sotto la sua guida, il centro adotta un approccio multidisciplinare e personalizzato: "Non ci limitiamo a prescrivere farmaci, ma ci assumiamo la responsabilità di fare tutto il possibile per migliorare la qualità di vita dei pazienti. Nessuna formula è valida per tutti, bisogna personalizzare l’intervento".

Le nuove tecnologie stanno rivoluzionando il settore: "C’è un’esplosione di tecnologie che stiamo applicando: trattamenti farmacologici, chirurgici, stimolazione cerebrale, riabilitazione tecnologica e persino sensori domestici che avvisano in caso di caduta o di variazioni cognitive. Non abbiamo ancora trovato la cura definitiva, ma la conoscenza sulla malattia cresce rapidamente".

Un ruolo chiave lo gioca anche la telemedicina, soprattutto per i pazienti che vivono lontano dai centri specializzati: "Solo una minoranza dei malati può accedere a centri specializzati. La tecnologia, e in particolare l’intelligenza artificiale, può aiutare le strutture di base a offrire assistenza specialistica anche a distanza, con costi relativamente contenuti".

Collage con Alessandro Di Rocco e veduta di New YorkDi Rocco dirige i servizi di un network che copre 9 milioni di persone nello Stato di New York

Le grandi sfide del futuro

Secondo Di Rocco, le sfide principali per il futuro sono tre: "La prima è l’esplosione dei casi a livello mondiale, che mette sotto pressione tutte le infrastrutture sanitarie. La seconda è sviluppare terapie che vadano oltre il controllo sintomatico e puntino a rallentare o prevenire la malattia. La terza è garantire ai pazienti una dimensione di cura che non sia solo farmacologica, ma anche di supporto psicologico e sociale, perché il Parkinson cambia la vita e spesso le persone anziane si trovano ad affrontarlo da sole".

L’appello alla Liguria: investire in ricerca e industria

Nonostante il successo internazionale, Di Rocco mantiene forti legami con Genova e la Liguria. Il suo messaggio per la sanità locale è chiaro: "Vista l’età media della popolazione, la Liguria deve puntare tantissimo sugli interventi pensando già al futuro: bisogna investire nei giovani, nella tecnologia, nella ricerca, perché la medicina porta anche sviluppo, industria e ricchezza. Genova ha tutte le carte in regola per continuare su questa strada".

Università italiana e americana a confronto

Di Rocco ci tiene poi a fare una riflessione sui due sistemi formativi quello italiano e quello americano: "La grande forza del sistema universitario italiano è la formazione, che è solida e i nostri ragazzi stupiscono il mondo per quanto siano preparati e capaci di lavorare duro. Qui negli Stati Uniti, però, c’è una dinamicità e una capacità di fare tante cose, anche in collaborazione con l’industria e le biotecnologie, che spesso manca in Italia".

Il legame con Genova

Il cuore di Di Rocco resta profondamente legato alla sua città: "Torno spesso a Genova perché ho famiglia e amici. I genovesi non sanno quanto sia bella la loro città, che splendida qualità della vita ci sia rispetto al resto del mondo. Genova è una di quelle grandi signore che non sanno di essere così affascinanti".

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