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Al Gaslini il primo intervento di neurostimolazione cerebrale profonda
1 minuto e 51 secondi di lettura
di Redazione sanità

È stato eseguito con successo, per la prima volta all'Istituto Giannina Gaslini, un intervento di stimolazione cerebrale profonda (deep brain stimulation) tramite innesto di elettrodi, su una paziente di nove anni affetta da distonia secondaria o acquisita. L'intervento, si legge nella nota del Pediatrico genovese, "rappresenta un'importante pietra miliare per la neurochirurgia funzionale pediatrica del Gaslini", uno dei principali centri di riferimento nazionali per le malattie neurologiche rare e complesse in età evolutiva.

La paziente è stata dimessa alcuni giorni dopo l'intervento, in ottime condizioni generali

"La distonia è un disturbo del movimento caratterizzato da contrazioni muscolari involontarie e posture anomale, che nei casi più gravi può compromettere in modo significativo la qualità di vita. Nelle forme genetiche di questa patologia, l'impiego della DBS ha dimostrato efficacia consolidata da oltre due decenni - spiega Elisa De Grandis, Neuropsichiatria Infantile del Gaslini -. Tuttavia, nelle forme acquisite, la complessità clinica e la variabilità delle lesioni cerebrali rendono più difficile la previsione della risposta terapeutica". In questo caso, l'intervento è il risultato di un percorso clinico e diagnostico altamente specialistico, condotto da un team multidisciplinare costituito da neuropsichiatri infantili, neurochirurghi, neuroradiologi, fisiatri e tecnici di neurofisiologia - conclude -. Il team ha sviluppato un protocollo interno di valutazione prechirurgica, basato su una revisione approfondita della letteratura scientifica e sull'adozione di scale cliniche internazionali validate per la valutazione della distonia e dei disturbi associati.

"Con questa procedura - sottolinea Gianluca Piatelli, responsabile della Neurochirurgia del Gaslini - il Gaslini amplia le proprie possibilità terapeutiche anche nei casi più complessi e apre nuove prospettive per i bambini affetti da disturbi del movimento resistenti ai trattamenti convenzionali".

"L'intervento si è svolto in due fasi - spiega Mattia Pacetti, medico della Neurochirurgia del Gaslini -. Nella prima, sono stati inseriti gli elettrodi seguendo coordinate personalizzate e controlli neurofisiologici intraoperatori. Subito dopo, nella seconda fase, è stato collegato un generatore di impulsi, un neurostimolatore, posizionato sotto la pelle dell'addome. La paziente è stata dimessa alcuni giorni dopo l'intervento, in ottime condizioni generali. L'intervento è stato eseguito con parte dell'equipe di Neurochirurgia Pediatrica e Funzionale dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova.

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