Sanità

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GENOVA - Prosegue lo scontro a distanza tra Regione Liguria e opposizione sulla sanità. Al centro del botta e risposta la Neuropsichiatria infantile, considerato dal Partito democratico il caso più eclatante. "La delibera di Alisa, 278/2023, che predetermina quantitativamente e qualitativamente le prestazioni a cui ha diritto un bambino o un ragazzo con gravi disabilità neuropsichiatriche viola ogni principio di appropriatezza della cura e contrasta non solo con la Costituzione e il diritto alla salute, ma anche con le norme del sistema sanitario che regolano le prestazioni" dichiara il gruppo consiliare del Pd in Regione.

Queste prestazioni terapeutiche rientrano nei Livelli essenziali di assistenza e per i dem "vanno garantiti senza tetti generici di prestazioni e di tempo". "Da quando i piani riabilitativi sono elaborati in modo collettivo e non individuale? Da quando l'offerta terapeutica ignora il bisogno e l’appropriatezza? Alisa, che sulla carta dovrebbe occuparsi della salute dei suoi cittadini, impone un tetto ‘massimo’ alle prestazioni, limitandone l’accesso solo in certe fasce di età come se nelle altre fasce il disturbo non esistesse o scomparisse (vedere tabella in fondo), introducendo un principio che è scientificamente, clinicamente e politicamente sbagliato. Durante il Piano socio sanitario la giunta ha annunciato tre milioni di euro per il recupero delle liste d’attesa di neuropsichiatria infantile, già allora avevamo criticato e segnalato l’insensatezza della regolamentazione da questa delibera che per la sua formulazione dimostra come il solo obiettivo di questa Giunta fosse di risparmiare risorse riducendo al minimo le prestazioni e non garantendo l’appropriatezza della cura a tutti i bambini e bambine, visto che la delibera si muove per prestazioni incasellate per fasce di età. La riabilitazione è un vero e proprio diritto che va garantito indipendentemente dall’età dell’assistito". 

Il Pd chiede l'audizione dell'assessore Gratarola e del consiglio regionale attraverso una mozione che impegni "la giunta ad attivarsi nei confronti di Alisa affinché "venga revocata la 278/2023 e salvaguardato il diritto alla salute, aprendo un tavolo di confronto con i soggetti interessati". I dem riportano gli esempi di prestazioni negate: per i disturbi dello spettro autistico e per ipovisione di grado lievi/medio/grave, per cecità parziale e per cecità totale: nessun trattamento è previsto dopo i 14 anni; per funzionamento intellettivo limite: nessun trattamento è previsto prima dei 7 anni e dopo i 14 anni; per disabilità intellettiva e ritardo globale dello sviluppo: nessun trattamento è previsto dopo i 14 anni; per disturbo della comunicazione: nessun trattamento è previsto prima di una certa età (4, 3, 7, 6 anni) e dopo una certa età (6, 9, 10 e 12 anni); per disturbi sensoriali uditivi: nessun trattamento è previsto dopo gli 8 anni e per un tempo superiore a due anniNon si è fatta attendere la risposta di

Alisa e dell'assessore alla Sanità di Regione Liguria Giovanni Toti. "Appropriatezza ed equità della cura con la nuova delibera 278 di Alisa del 20 novembre 2023 sono ulteriormente garantite. Lo si evidenzia dal lavoro svolto dal gruppo di specialisti di neuropsichiatria delle ASL della Liguria che sono stati determinanti nella stesura del documento.  Indirizzi per l’offerta terapeutico - riabilitativa rivolta ai minori all’interno dei servizi territoriali di neuropsichiatria dell’Infanzia e adolescenza oggetto delle critiche del gruppo consiliare del Partito Democratico in Regione".

"Come sottolineato dal gruppo di lavoro dei professionisti che hanno concepito questa delibera in sinergia con Alisa e Regione – afferma l’assessore alla Sanità di Regione Liguria Angelo Gratarola – si è puntato a stilare un documento migliorativo in termini di appropriatezza ed equità di accesso alle cure che garantisca la presa in carico di un maggior numero di minori, assicurando a pieno la loro assistenza. Stupisce che il PD, per alimentare polemiche pretestuose, voglia stigmatizzare il lavoro dei nostri specialisti. Siamo consapevoli delle problematiche che le famiglie devono affrontare e proprio per questo vogliamo ribadire che il documento non nega le prestazioni raggiunta una certa età. Semmai le calibra in termini di appropriatezza ed opportunità seguendo le raccomandazioni scientifiche. Il piano riabilitativo deve essere immaginato come un percorso che accompagna lo sviluppo del minore proponendo con un’offerta di interventi il più possibile ampia".

In particolare, i trattamenti individualizzati e personalizzati, ancora oggi garantiti, vengono supportati da una maggiore appropriatezza: fa parte, infatti, della metodologia professionale del neuropsichiatra considerare il piano riabilitativo individualizzato come strumento principale di lavoro per assistere il minore anche in deroga alle indicazioni del documento tecnico purché sia accertata l’adeguatezza e l’appropriatezza dell’intervento proposto. Di seguito la nota che spiega la delibera.

Nello specifico le fasce di età indicate per garantire le prestazioni tengono conto delle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità, le indicazioni contenute nell’allegato alla delibera, inoltre, permettono un adattamento personalizzato e modulato anche sulla risposta individuale ai trattamenti proposti per ciascun paziente (ad es. laddove sono indicate un numero massimo di sedute nell’anno). Pertanto, i clinici possono valutare, sulla base del quadro clinico presentato, la migliore distribuzione nel corso dell’anno e combinazione delle prestazioni indicate e prescritte esplicitandole nella redazione del piano riabilitativo individualizzato. Per tutti i pazienti con età superiore ai 15 anni, fatte salve le patologie neuromotorie e le paralisi cerebrali infantili, sono indicati percorsi di inclusione sociale con valenza educativa. È prevista la possibilità, nel caso lo si ritenga necessario, di prescrivere ulteriori prestazioni riabilitative in sinergia con le strutture di neuropsichiatria del territorio. Tali percorsi risultano raccomandati per questa fascia di età. Infine, in merito all’uscita dalla lista d’attesa a seguito di rifiuto delle cure riabilitative da parte della famiglia, la stessa famiglia potrà, qualora lo richieda, nuovamente accedere al servizio seguendo l’iter previsto e la famiglia può scegliere i centri ambulatoriali riabilitativi ritenuti adeguati sulla base delle esigenze specifiche.

"Regione Liguria e Alisa ricordano inoltre che è già agli atti lo stanziamento di 3 milioni di euro per il 2024 per l'acquisto di pacchetti terapeutico-riabilitativi da parte delle Asl anche presso strutture, associazioni, centri privati autorizzati e liberi professionisti, in modo da facilitare il più possibile la presa in carico dei bambini che sono in lista d'attesa da ben oltre 18 mesi. Questo provvedimento è indirizzato sia a chi, nel frattempo, ha provveduto ad accedere con risorse proprie alle cure sia a chi non ha avuto la possibilità di intraprendere un percorso di cura. Il finanziamento si aggiunge ai 5 milioni stanziati negli ultimi anni per incrementare le prestazioni che sono aumentate per quanto riguarda le prime visite da 3700 del 2021 a 6122 nel 2023 e, per quanto concerne i pazienti in carico per la riabilitazione da 1886 del 2021 a 6266 a fine 2023" si legge.