Sanità

Al San Martino di Genova si è svolto un convegno sul valore della multidisciplinarietà nella presa in carico dei pazienti
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GENOVA - Affrontare le sfide sia dal punto di vista clinico che organizzativo per la complessa gestione del paziente con epatocarcinoma, portare alla luce la best practice dell'Ospedale Policlinico San Martino di Genova, evidenziare l'importanza del lavoro sinergico dei team multidisciplinari e la necessità di indirizzare il paziente verso strutture di eccellenza e ad alta specializzazione, con garanzia di accesso ai migliori percorsi di diagnosi e cura e confrontarsi sulle innovazioni diagnostiche e terapeutiche disponibili: sono questi gli obiettivi della tappa di Genova di "Uniti e Vicini ai Pazienti con Epatocarcinoma", il roadshow promosso da Roche con il patrocinio di EpaC ETS. L'incontro è stato organizzato ad un anno esatto dalla delibera del 21 dicembre 2022 della Regione Liguria per l'istituzione e il funzionamento dei Disease Management Team (DMT) per il paziente oncologico.

L'epatocarcinoma (HCC) è uno dei tumori più aggressivi e una delle prime cause di morti oncologiche nel mondo'. In Italia, nel 2023, sono state stimate circa 12.200 nuove diagnosi e, nel 2022, sono state calcolate 9.600 morti (6.300 uomini e 3.300 donne). La sopravvivenza netta a 5 anni dalla diagnosi è del 22% negli uomini e del 22% nelle donne. La probabilità di vivere ulteriori 4 anni, condizionata ad aver superato il primo anno dopo la diagnosi, è del 40% negli uomini e del 39% nelle donne. Attualmente sono 33.800 le persone viventi in Italia dopo una diagnosi di tumore del fegato (25.300 uomini e 8.500 donne).

Oggi, grazie ai progressi scientifici e alle innovazioni diagnostiche e terapeutiche, la prognosi della patologia è in miglioramento, ma questo si accompagna ad una maggiore complessità della sua gestione, che pone alcune sfide sia dal punto di vista clinico che da quello organizzativo.

La presa in carico del paziente con epatocarcinoma, infatti, deve essere guidata da un team multidisciplinare, composto da epatologi, chirurghi, oncologi e radiologi interventisti e altri specialisti che, lavorando in sinergia An dal momento della diagnosi, possa individuare il miglior trattamento possibile per il paziente tra i vari disponibili e indirizzarlo verso strutture di eccellenza e ad alta specializzazione, con la garanzia di accesso ai migliori percorsi di diagnosi e cura. Il team definisce il trattamento personalizzato sul paziente, in base alle patologie esistenti o pregresse, alle condizioni e alla morfologia del fegato e del tumore, alle comorbidità, alle riserve funzionali epatiche, alla rapidità di crescita dalla diagnosi, con il supporto di Linee Guida e percorsi regionali, all'interno della struttura ospedaliera, come nel caso del Policlinico San Martino di Genova.

 

L'epatocarcinoma si sviluppa prevalentemente in persone che soffrono di cirrosi a causa di epatite cronica (B o C) o di abuso di alcool, sindromi dismetaboliche, e tipicamente si manifesta in stadi ormai avanzati. La prognosi per le forme non resecabili di HCC è infausta, con poche opzioni di trattamento sistemico e il tasso di sopravvivenza ad un anno minore del 50% dal momento della diagnosi della forma avanzata.

In Liguria sono previsti circa 300 nuovi casi di epatocarcinoma ogni anno e, all'ospedale San Martino di Genova, i pazienti affetti da epatocarcinoma presi in carico dal team multidisciplinare nel corso del 2022 sono stati 152.

"La gestione multidisciplinare dei pazienti con epatocarcinoma è una necessità imprescindibile per un corretto approccio diagnostico-terapeutico a questa complessa patologia - ha spiegato la dottoressa Annamaria Pessino, Coordinatore del DMT delle neoplasie gastroenteriche del Policlinico San Martino di Genova -. Si basa su un management integrato che coinvolge diverse competenze mediche e permette di valutare attentamente ogni caso, tenendo conto delle caratteristiche specifiche del paziente e della malattia, al fine di definire la strategia terapeutica più appropriata. Grazie a questa sinergia di competenze, il Policlinico San Martino di Genova è in grado di offrire ai pazienti un percorso di cura completo e personalizzato, che comprende diagnosi precoce, interventi chirurgici che includono la possibilità di trapianto, terapie farmacologiche innovative e gestione dell'epatopatia di base. Inoltre, il nostro DMT si avvale della presenza di un'infermiera specializzata, ("navigator nurse") che lavora in collaborazione con il team multidisciplinare per coordinare e dare continuità alle cure dei pazienti, fornendo altresì un supporto emotivo ai pazienti e ai loro famigliari".

 

Il team multidisciplinare definisce il trattamento personalizzato sul paziente, anche grazie al supporto di Linee Guida che hanno lo scopo di migliorare e standardizzare la pratica clinica e offrire al paziente la possibilità della migliore cura.

"E importante che la gestione del paziente avvenga in un ambito multidisciplinare, formato da figure professionali quali l'epatologo, il radiologo interventista, il chirurgo trapiantologico, l'oncologo e il palliativista, al fine di poter identificare il miglior percorso terapeutico per il singolo paziente - ha spiegato il Professor Edoardo G. Giannini, Direttore U.O. Clinica Gastroenterologia dell'Ospedale Policlinico San Martino di Genova -. La figura dell'epatologo è centrale dato che l'epatocarcinoma insorge quasi esclusivamente in paziente affetti da epatopatia cronica, più frequentemente la cirrosi epatica. E la scelta terapeutica deve tenere in considerazione il delicato bilancio presente in questi pazienti, valutando attentamente la prognosi relativa alla malattia epatica e quella relativa al tumore. L'attenta gestione della malattia di base è essenziale per il paziente affetto da epatocarcinoma al fine di ottimizzare il rapporto rischio/beneficio che è proprio di ogni terapia".

 

L'epatocarcinoma ha un effetto importante sui parenti e sulle loro famiglie che hanno necessita di avere formazioni chiare e precise sui percorsi di cura, sulla prevenzione, sui trattamenti e sulle sfruttare in grado di seguire al meglio il loro percorso diagnostico-terapeutico.

"Il paziente con epatocarcinora deve essere guidato nel suo percorso terapeutico assistenziale e preso in carico da una struttura di eccellenza e ad alta specializzazione con un team multidisciplinare che lo segna in tutte le fasi della malattia - ha detto Massimiliano Conforti, Vice Presidente EpaC ETS, Associazione che ha dato il patrocinio al Roadshow - È fondamentale e prioritario che i pazienti e le loro famiglie possano reperire facilmente le informazioni sulle strutture a cui rivolgersi e sulle terapie a disposizione, ma anche sulla diagnosi e sui fattori di rischio della malattia, di cui molto spesso non sono a conoscenza. Come Associazione di pazienti siamo impegnati in questa direzione poiché una maggiore informazione fa sì che il paziente possa evitare di arrivare alla diagnosi già con una malattia in stadio avanzato e ormai di difficile trattamento, aumentando così l'aspettativa e la qualità della vita".