Sanità

Alle istituzione chiede più supporto all'oncologia e al percorso del malato
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GENOVA - "Noi malati di cancro non siamo guerrieri e neanche eroi ci stiamo solo salvando la vita, trattateci in modo normale ma soprattutto voglio che la mia storia aiuti chi si è trovato nella mia situazione per questo ai giovani dico fate prevenzione e alla sanità chiedo maggiore supporto visto che io mi sono sentita spesso abbandonata". Così Gaia Bennati, 24enne genovese, racconta a Primocanale la sua malattia ma soprattutto quello che ha imparato e il messaggio che vorrebbe raggiungesse più persone possibili.

"Avevo molti sintomi come stanchezza, debolezza cronica ma pensavo fosse un periodo di stress alla fine purtroppo era il cancro e l’ho scoperto ad agosto 2022 pensando che non fosse nulla di grave, sono stato operata a Genova a dicembre del 2022 e con l’istologico abbiamo scoperto che si trattava di un tipo di tumore raro all’ovaio, un altro intervento, dei cicli importanti di chemioterapia, un secondo intervento a Milano e la chemio a Genova - spiega Gaia quasi tutto d'un fiato - e da lì la mia vita ha subito uno scossone perché è stata una bella botta a 24 anni".

"Ai giovani voglio dire di non rimandare gli screening perchè io ho scoperto il cancro grazie a una visita di fortuna per una cistite visto che avevo saltato un controllo ginecologico e quindi il messaggio importante che voglio dare è quello di fare prevenzione perché purtroppo i casi di tumore sono in aumento nella popolazione giovanile ma le persone cercano di non pensarci invece sarebbe importante".

"Con la mia esperienza poi voglio sensibilizzare le istituzioni - sottolinea Gaia - io mi sono sentita un pochino abbandonata perché durante la chemioterapia non ci sono tanti supporti e il supporto psicologico all’ospedale purtroppo è utopia perché il personale sanitario comunque scarseggia già a livello di infermieri e a livello di psicoterapeuti è molto molto difficile ottenere un servizio per tempo. Questo sarebbe molto importante così come il supporto per i parenti e le persone che stanno accanto al malato oncologico, i care giver, perché anche per loro sicuramente è molto complicato".

"Alcune cose che non funzionano nella sanità le sto scoprendo giorno dopo giorno come l'esenzione 048, che è l’esenzione per il mio tipo di tumore, non copre quasi nulla di tutte le spese che una famiglia si trova ad affrontare come ad esempio quelle delle visite ginecologiche private, piuttosto che le visite dentistiche perché la chemio devasta le gengive o di un gastroenterologo, o di un nutrizionista, o spese psicologiche e fisioterapiche ad esempio io ho avuto un tunnel carpale bilaterale portato dalle terapie quindi sicuramente servirebbe maggiore aiuto in generale al mondo dell'oncologia".

Gaia sta raccontando la sua storia sui social (@labennaa) e tra le cose che la fanno più arrabbiare è quando qualcuno la definisce guerriera o combattente. "Io non sto facendo niente di speciale, io mi sto salvando la vita non hai opzioni o sei forte in quel momento o sei forte ed è per quello che è fondamentale un supporto psicologico e lo dico sempre perché senza la mia psicoterapeuta non ce l’avrei fatta, abbiamo fatto tantissimo lavoro perché tu veramente ti senti in quel momento un alieno trattato o come un Dio, perché ti chiamano guerriera, ma tu in quel momento stai anche malissimo e ti senti quasi in dovere di dover stare bene per forza quando te lo dicono ma devi concederti anche di stare male perché altrimenti non elabori la cosa e se vuoi essere soltanto un vincente al 100% e non ti lasci un attimino sconfiggere, non ti lasci prendere dallo sconforto vuol dire che non hai capito bene la situazione in cui sei e poi i problemi arrivano dopo".

Una cosa che spesso fa soffrire i malati di cancro è poi il fatto che le persone si comportano con loro come se fossero in una bolla intoccabile. "Non si lamentano più dei problemi vari della vita con noi quando ti parlano dicono io non dico niente perché con quello che stai vivendo non è il caso ma io vi dico vi prego raccontate i vostri problemi perché abbiamo bisogno in quel momento di normalità e quindi io chiederei soltanto alle persone di trattare il paziente oncologico come farebbero in qualsiasi altro caso perché non siamo persone strane siamo persone che stanno facendo una terapia".

Tra gli aspetti che stanno più a cuore a Gaia c'è l'oblio oncologico che il 5 dicembre è diventato legge. In Italia 3,6 milioni di persone sono vive dopo una diagnosi di tumore. Di queste, circa un milione può considerarsi guarito. Fino a oggi era comune per loro, a causa della malattia pregressa, ricevere un rifiuto a una richiesta di un mutuo o di un prestito, alla stipulazione di un’assicurazione, alla possibilità di partecipare a un concorso pubblico o privato, o a una domanda di adozione. Grazie alla legge appena approvata, d’ora in poi queste persone non saranno più obbligate a fornire informazioni né a subire indagini in merito alla propria pregressa neoplasia. Da questi punti di vista saranno considerati come a coloro che non si sono mai ammalati di tumore.

"Per noi è molto importante significa non essere più discriminati, significa che che per adozione, richiesta di mutui e pratiche bancarie e assicurazioni non è ammessa la richiesta di informazioni per patologie oncologiche il cui trattamento attivo si sia concluso, senza recidive, da più di dieci anni. E' un primo passo fondamentale nei prossimi mesi è previsto che vengano definite, con un apposito decreto del ministro della salute, le forme di cancro per le quali sarà sufficiente sia trascorso un intervallo di tempo più breve per dichiarare la guarigione". 

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