Sanità

"Uno su due tra gli infetti muore", commenta il professore. Ma "basta attrezzarsi, ce lo ha insegnato il covid"
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Siamo pronti a raggiungere una nuova pandemia molto più mortale del covid? Il tema è stato rilanciato con preoccupazione dalla stampa internazionale dopo l'annuncio dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che avverte di come il ceppo H5N1 sia passato dagli uccelli ai mammiferi. Dice l'OMS: il mondo deve prepararsi ad una potenziale pandemia di influenza aviaria umana.

"Uno su due tra quelli contagiati dall'aviaria fino a oggi sono arrivati alla mortalità, ma per fortuna i casi sono rari e isolati", commenta il professor Matteo Bassetti, direttore Diar malattie infettive per Regione Liguria.

Dobbiamo essere terrorizzati? "Non sediamoci lì ad attenderla ma mettiamo in pratica misure - continua Bassetti - I
vaccini ci sono, bisogna renderli disponibili. Ora bisogna che le grandi aziende li producano. Il secondo punto è migliorare la diagnostica, controllare adeguatamente gli allevamenti, comunicare al mondo i dati dei contagi e poi produrre farmaci antivirali che siano pronti se dovesse arrivare una nuova forma di aviaria".

"Dunque è necessario fare quel che non è stato fatto per gli altri tipo di influenza. Prepararci, attrezzarci ed essere pronti a gestire un eventuale problema perché una pandemia arriverà di nuovo e di sicuro. La gente deve rendersi conto di questo, se non lo fa vuol dire non aver capito nulla di quel che ci ha lasciato il covid", conclude Bassetti.

 

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